Come si fregano i tornelli “sperimentali” degli autobus della giunta Raggi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-12

L’Amministrazione capitolina ha introdotto “un’importante novità” su un autobus di Atac: il tornello. Per poter salire a bordo servirà quindi essere muniti di biglietto (come dovrebbe essere normale) e dopo aver superato ben due controllori si potrà accedere al tornello. Ma serve davvero?

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La grande rivoluzione di Atac per combattere il fenomeno dei “portoghesi” parte dagli autobus in servizio sulla linea 669; una linea circolare periferica. Anzi, su un solo autobus che per un mese sarà utilizzato per sperimentare il sistema dei tornelli che impediranno l’accesso ai viaggiatori sprovvisti di biglietto. A bordo, oltre al futuristico sistema “anti-evasione” del titolo di viaggio anche una coppia di controllori. A completare il tutto ovviamente l’obbligo – già in vigore sui mezzi pubblici di tante città – di entrare solo dalla porta anteriore. Si esce dalla porta centrale, presidiata da un vigilante armato di pistola.

Come funziona il tornello sull’autobus “sperimentale”

Il primo giorno della “sperimentazione” è filato tutto liscio, o quasi. Funziona così: si entra, si superano i due controllori a guardia del tornello, si striscia il biglietto (o l’abbonamento) sul lettore, si attende la luce verde e l’apertura delle due sbarre, e ci si accomoda al proprio posto (se c’è). Alla fermata un avviso appeso alla palina avverte gli utenti dell’avvio della sperimentazione in modo che salgano a bordo muniti di biglietto.

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A questo punto sorge un dubbio, la sperimentazione è il dover avere il biglietto per poter viaggiare sui mezzi pubblici? Dovrebbe essere normale, in teoria. E poi ancora, se uno è sprovvisto di biglietto che fa? Rimane a terra e aspetta il prossimo autobus (che non avrà il tornello)? Alla domanda risponde con orgoglio l’account Twitter di Atac che spiega che a bordo del 669 sarà possibile acquistare i biglietto; fa parte della sperimentazione. Fantastico.

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I più contenti per il momento sono gli abbonati, che dal momento che sono gli unici ad essere sempre in regola non hanno problemi col tornello. Altri invece – racconta oggi Repubblica di Roma – una volta informati della novità e capito che i tornelli ci sono solo su un autobus (sui circa 1000 circolanti giornalmente) decidono di prendere il prossimo, ovviamente gratis: «Vabbè allora piglio il prossimo eh! Dopo tutta l’attesa devo pure pagare».

Il salto del tornello ora si potrà praticare anche sugli autobus

Ora non ci vuole certo un genio per capire che l’obbligo funziona non perché c’è il tornello ma perché ci sono a bordo i controllori. E non serve nemmeno una sperimentazione per capire quello che succederà quando i controllori non saranno a bordo. La specialità del salto del tornello del resto è a Roma pratica a livello quasi olimpionico. E quando non c’è nessuno a controllare l’occasione fa il viaggiatore ladro.

Tenere due controllori e un vigilante a bordo di tutti i mezzi è impossibile. Il tornello di per sé è un dissuasore ma cosa succederà quando verrà installato su linee ad alta frequentazione dove i viaggiatori si accalcano uno sull’altro per entrare? Basta che il primo della fila non abbia il biglietto per bloccare tutti. A quanto pare poi ieri sul 669 – stando a quanto racconta Romandegrado su Facebook, non era prevista la vendita “sperimentale” di biglietti a bordo.

Quello che è certo è che con queste premesse (tornelli, controllori e vigilante) l’evasione passa a zero. Ma il dubbio è: Atac sarà in grado di identificare le cause? Dire che è tutto merito del tornello è riduttivo, visto che prima a fare da buttafuori ci sono i due controllori. Chissà poi cosa succederà quando il tornello si guasterà (ad esempio oggi quelli della Metro A sono rotti) e rimarrà aperto (o chiuso). E speriamo che quell’unico autobus della linea 669 possa prendere servizio per tutta la durata della sperimentazione senza guasti meccanici. Sarebbe davvero un fiasco per Atac e per la giunta capitolina.

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C’è poi da chiedersi se davvero sia necessaria questa sperimentazione quando basta guardare fuori Roma per vedere come altre aziende del trasporto pubblico locale affrontano il problema. A Londra (ma anche in diverse città italiane) è l’autista a controllare a vista che il biglietto venga regolarmente obliterato o strisciato sul lettore posizionato vicino al posto di guida. Altrove il conducente fa anche da bigliettaio (volendo si può far pagare un sovrapprezzo per il biglietto a bordo). A Roma invece sono impegnati a reinventare la ruota e utilizzano un sistema fragile e potenzialmente pericoloso per la sicurezza dei passeggeri, soprattutto nelle ore di punta.

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