Torino, l’avanguardia contro la decrescita infelice del M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-11-04

Il direttore della Stampa chiama a raccolta contro il grillismo: la città del Nord che ha provato di essere più aperta alle novità politiche non può accettare di finire catapultata in un angolino dello sviluppo

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Maurizio Molinari sulla Stampa oggi scrive un editoriale in cui annuncia che c’è qualcosa di nuovo a Torino, ovvero che la decrescita che il MoVimento 5 Stelle ha imposto alla città da quando è diventata sindaca Chiara Appendino è impopolare ovvero esistono larghi strati della popolazione che non hanno alcuna intenzione di seguire i grillini lungo questa via, che poi è la stessa imboccata da Roma sotto la dittatura dell’incompetenza imposta da Virginia Raggi la cui amministrazione non è in grado di scrivere un bando sulla rimozione delle auto senza farselo annullare per sei volte:

Da qui la voglia di reagire e di riscatto. Testimoniata dai cittadini che fermano i redattori in strada per dire «ora basta con questi qui», dai lettori che ci inondano di email in cui si rigetta l’idea di «rinunciare ed arretrare», e dai protagonisti del tessuto urbano – artigiani e studenti, commercianti e imprenditori – che fremono per scendere in piazza «facendogli capire che non ci arrendiamo».

Torino è la città che ha immaginato e realizzato l’Italia, ed ora percepisce che il no all’Alta Velocità cela un inaccettabile rifiuto della modernità. È qualcosa che va oltre la disputa sulla Tav – un progetto che come tutti può essere modificato e migliorato – perché investe l’identità collettiva. Quando si tratta di battersi per guardare avanti, Torino non esita a farlo: avvenne con la marcia dei quarantamila nel 1980 che pose fine all’estremismo sindacale ed è avvenuto più di recente con la difesa orgogliosa del Salone del Libro, che ha visto protagonista l’intera cittadinanza. È pronta a farlo ancora.

virginia raggi sindaca grillo balcone
Grillo si affaccia dal balcone per festeggiare le vittorie della Raggi e della Appendino

Ed in questo c’è un messaggio che investe l’intero Paese e deve suonare come un campanello d’allarme per chi lo guida: la città del Nord che ha provato di essere più aperta alle novità politiche non può accettare di finire catapultata in un angolino dello sviluppo nel nome del pessimismo ideologico perché ciò significherebbe non avere più sogni, progetti ed ambizioni. Per queste ragioni ciò che sta avvenendo qui riguarda tutti gli italiani

Leggi sull’argomento: I veri numeri (?) del reddito di cittadinanza (non piaceranno agli elettori)

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