TAV, la gara bloccata da Toninelli

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-31

Un appalto da 2,3 miliardi congelato in attesa delle decisioni del ministro. E sulle analisi costi-benefici…

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Qualche giorno fa Danilo Toninelli su Facebook aveva lanciato un severo monito nei confronti di non meglio precisati vertici della TAV, ammonendoli a non far partire autorizzazioni e a non firmare alcunché mentre il governo valutava l’opera. Non c’era alcun riferimento preciso su chi fosse il destinatario dell’avvertimento, ma a quanto pare Toninelli si riferiva ai vertici di Telt, la società italo-francese incaricata di costruire e gestire la Torino-Lione, e li esortava a non firmare le procedure per il lancio della gara internazionale per il primo mega appalto da 2,3 miliardi per l’avvio dei lavori del tunnel di base di 57,5 chilometri. Spiega oggi La Stampa:

Sulla carta la gara avrebbe dovuto essere bandita entro la fine di luglio e a Torino, nella sede di Telt, tutte le carte erano, e restano, pronte ma i dirigenti, compresi quelli nominati dai francesi, hanno scelto di tenere nel cassetto la documentazione. Se ne parlerà nei prossimi mesi così come hanno suggerito esponenti istituzionali e di tante forze politiche, Lega compresa.

Nei giorni scorsi, infatti, il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, richiamando il contratto di governo che prevede di «ridiscutere integralmente l’infrastruttura in applicazione dell’accordo con la Francia» e in attesa dell’analisi costi benefici aveva lanciato l’aut aut: «Nessuno deve azzardarsi a firmare nulla ai fini dell’avanzamento dell’opera. Lo considereremmo come un atto ostile».

m5s tav

Fino ad oggi, come peraltro hanno fatto notare gli esponenti del movimento No Tav, alle dichiarazioni pubbliche e sui social network non sono seguiti atti formali per bloccare l’opera, anche perché la Lega si è messa di traverso. L’unica cosa che si è fatta è stato non rispondere alle mail del commissario della Torino-Lione:

Dunque, in assenza di atti formali da parte del governo italiano i vertici di Telt hanno deciso di prendere decisioni legittime che però possono essere lette come forzature. Una scelta che dal loro punto di vista non dovrebbe compromette il rispetto dei costi e dei tempi previsti dall’accordo internazionale firmato con Francia e Ue nel 2015 anche se lo stop non potrà durare più di qualche mese.

I vertici di Telt, però, hanno deciso di raccontare il loro punto di vista rispondendo agli attacchi del vice-premier e del ministro delle Infrastrutture del M5S. Nel comunicato stampa diffuso nel tardo pomeriggio Di Maio e Toninelli non vengono mai citati ma si sottolinea che «l’attuale progetto è del 2011» ed è «realizzato secondo gli standard più moderni che sono applicati in questo momento anche nelle altre sei opere gemelle, da poco ultimate o in corso di costruzione lungo l’arco alpino». Per Telt «ogni atto del progetto è stato sottoposto ai controlli ambientali: 5 Valutazioni di impatto (Via), 10 Conferenze dei servizi nazionali e regionali». E infine «nessuna opera è stata sottoposta a così approfondite analisi costi-benefici: 7 valutazioni socio-economiche (tutte con risultati positivi), realizzate negli anni da diversi soggetti internazionali di cui due commissionate direttamente dalla Ue».

Leggi sull’argomento: Sorpresa: Renzi e Toninelli sulla TAV la pensano allo stesso modo

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