Tomaso Montanari e l’assenza di democrazia nel M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-06-19

Tomaso Montanari, professore di storia dell’arte un tempo vicino al MoVimento 5 Stelle, sul Fatto Quotidiano di oggi va all’attacco dei grillini e punta il dito sull’assenza di democrazia interna della creatura di Grillo e Casaleggio; è questa assenza che porta al proliferare dei Lanzalone, secondo Montanari: Quanti altri casi analoghi,infatti, covano sotto la cenere, …

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Tomaso Montanari, professore di storia dell’arte un tempo vicino al MoVimento 5 Stelle, sul Fatto Quotidiano di oggi va all’attacco dei grillini e punta il dito sull’assenza di democrazia interna della creatura di Grillo e Casaleggio; è questa assenza che porta al proliferare dei Lanzalone, secondo Montanari:

Quanti altri casi analoghi,infatti, covano sotto la cenere, in attesa di venire scoperti? Quanti altri Lanzalone hanno già approfittato della totale scalabilità del treno a 5 Stelle? Un treno che, rinunciando al gioco democratico con cui diventare, attraverso il consenso, capostazione, controllore o capotreno, si espone alla possibilità che ogni passeggero prenda i comandi del locomotore e lo dirotti verso i propri fini.

D’altra parte, è proprio il rigetto di ogni dinamica democratica ad aver spinto Di Maio nel tunnel dal quale ora il Movimento non può uscire senza un bagno di sangue elettorale (avendo ormai perso per sempre i voti di sinistra e rischiando di cedere una gran parte di quelli di destra al vero capo del governo, Salvini). Perché in un partito democratico la leadership dovrebbe essere sempre contendibile: e invece la designazione dall’alto con cui Di Maio è stato unto si è dovuta bilanciare con la bizzarra trovata del mandato unico e irripetibile.

tomaso montanari

Un’unicità che lo ha spinto ad andare al governo col diavolo, pur di farlo subito: salvo scoprire che il diavolo, come sempre, ti chiede in cambio l’anima. IL PARTITO DEMOCRATICO o Liberi e Uguali (per non parlare di Forza Italia) sono fulgidi esempi di non-democrazia di fatto. Ma la scelta di eludere il problema per paura di finire così, ha spinto a una sorta di autocastrazione che ha lasciato potenti solo i Lanzalone di turno.

E che poi i Lanzalone scrivano nientemeno che lo Statuto del Movimento è una sorta di allegoria della sostituzione della democrazia con la consorteria. La lezione che i5 stelle dovrebbe imparare è dura, e assai ben nota: la democrazia è il sistema peggiore che abbiamo. Tranne tutti gli altri.

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