The day after

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-05-20

Dalle nebbie della fine del Covid (speriamo in bene) emergono segnali di diversa natura. Sicuramente sono un segnale molto positivo i 500 miliardi proposti da Francia e Germania per i recovery bond. Significa che l’Europa, forse, esiste per davvero. Sicuramente dovranno essere a fondo perduto, altrimenti che senso avrebbe che l’Italia contribuisca con 65 miliardi per …

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Dalle nebbie della fine del Covid (speriamo in bene) emergono segnali di diversa natura. Sicuramente sono un segnale molto positivo i 500 miliardi proposti da Francia e Germania per i recovery bond. Significa che l’Europa, forse, esiste per davvero. Sicuramente dovranno essere a fondo perduto, altrimenti che senso avrebbe che l’Italia contribuisca con 65 miliardi per averne indietro al più 100 anche se con un interesse minimo? Sicuramente, per conderceli, ci chiederanno delle riforme strutturali o una mini-patrimoniale (tipo 100 dall’Europa e 100 dagli Italiani) ma tutto dipenderà dall’abilità del Governo Italiano a trattare con Brussels.

piano da 500 miliardi di Merkel e Macron Recovery Fund cosa è

Altro segnale positivo è l’ottimo riscontro del BTP Italia. Nei primi due giorni, i piccoli risparmiatori privati hanno fatto faville. Questo vuol dire che c’è una possibilità di uscire dal tunnel. Se gli Italiani investissero il 10% dei loro risparmi nel debito pubblico, l’Italia sarebbe fuori dal pericolo: l’enorme debito pubblico apparirebbe sostenibile e lo spread si cancellerebbe. In questo senso, l’idea di Tremonti (ripresa dalla destra) era corretta: chiamare gli Italiani a raccolta e farli investire in BTP patriottici. Il vantaggio è che così saremmo molto meno dipendenti dall’Europa. La controparte è che convincere gli Italiani ad investire per il BelPaese potrebbe pure non essere difficile ma convincerli ad investire in un’Italia guidata da questa classe politica così mediocre (destra o sinistra non fa molta differenza) potrebbe essere un problema insormontabile. Comunque, per il momento, accontentiamoci di questa bella risposta (patriottica) data dai nostri risparmiatori. Almeno per questa volta, l’Italia è stata una nazione orgogliosa, quasi “con le palle” come tutte le altre.

roberto gualtieri

Invece questo stato di precarietà, impedisce di risolvere problemi strutturali che il contagio Covid ha messo terribilmente a nudo. Ad esempio il disastro dei centri storici come Firenze. Da ormai un ventennio a Firenze, sotto l’interesse della lobby dei bottegai, si è sviluppato una forma di turismo predatorio e non sostenibile. Quando arrivai a Firenze nel 1997, il mio quartiere (Santa Croce) era vivo. Tante botteghe artigiane impreziosivano la mia via. Avevio vicino botteghe di generi alimentari. Passava il bus dal centro che mi portava in pochi minuti alla stazione. Le orde dei turisti erano più o meno confinate in Piazza Signoria. C’erano belle librerie, negozi storici, bar storici come Giacosa (dove fu inventato il Negroni). Con un po’ di fatica, ma riuscivo a trovare un parcheggio da qualche parte. Insomma ero innamorato della mia città. In 20 anni tutto è cambiato in peggio. I residenti sono scappati via. Le loro case sono occupate da bed and breakfast ed ostelli più o meno abusivi e sovraffollati (cercando su internet per prenotare per un visiting professor, in uno vicino a casa mia, spazio più o meno di 150 metri, ho scoperto con stupore che aveva 53 posti letto, e non è un caso isolato…..). I negozi storici e le botteghe artigiane quasi tutte chiuse. Tutto soppiantato da ristoranti spesso di basso livello, da kebab, ristoranti etnici e da pub. I tavolini dei ristoranti e la movida serale rendono assolutamente impossibile il parcheggio. D’altra parte uno ha bisogno di una macchina perché i supermarket del centro sono ormai chiusi e per fare la spesa, necessariamente, si deve andare in un supermarket in periferia. La tramvia passa lontana dal centro. Anche i bus grossi passano molto meno dal centro e sono stati sostituiti da bussini elettrici manifestamente insufficienti e troppo lenti. Malavita e spacciatori, in questo deserto, hanno preso possesso di alcuni angoli della cttà. Perfino il vecchio Giacosa ha cambiato gestione diventando, per un certo periodo, perfino un sushi bar (certamente ben intonato con la tradizione culinaria toscana!!!). Adesso il Covid ha allontanato la massa di turisti e tutte le attività predatorie che traevano la linfa vitale da loro, sono state chiuse. Il centro di Firenze sembra l’immagine del Day After. Tante saracinesche abbassate. A passeggiare si vedono solo i drogati che cercano la dose quotidiana dagli onnipresenti spacciatori. Il Sindaco Nardella ha (finalmente) preso atto dello sfascio provocato da una politica folle. La sostenibilità non riguarda solo l’ecologia, ma è qualcosa di più profondo.

 

firenze fase 2 the day after 1

Riguarda l’economia: e l’economia del centro di Firenze non è più sostenibile da tempo. Riguarda l’urbanistica e un centro storico senza residenti e sovraffollato di turisti mordi e fuggi è simile a un corpo in putrefazione. L’architetto che ha stilato il piano urbanistico della città negli ultimi anni dovrebbe avere un processo per crimini contro l’umanità. Il Covid farà cambiare rotta? Direi che è necessario ridurre la pressione sul centro: difendere i negozi storici, scoraggiare paninerie, fast food e ostelli, difendere la ristorazione di tradizione e, soprattutto, spostare la movida in luoghi più adatti e con più spazio. Ad esempio se si scegliesse come Stazione Ferroviaria per gli Eurostar Firenze Campo Marte non solo si eviterebbero le spese immonde della TAV, non solo si eviterebbe di sovaffollare il centro ma con quei soldi si potrebbe riqualificare la zona di Santa Maria Novella. Nei vasti spazi ottenuti dalla chiusura della stazione, si potrebbe trasferire la movida, far partire ristoranti etnici, mettere giardini al posto di gran parte dei binari, utilizzare i binari rimanenti per tramvie che uniscano Firenze SMN con Firenze Rovezzano e con Prato e Signa. Insomma tanto si potrebbe fare, ma tutto dovrebbe andare nella direzione di uno sviluppo sostenibile della città e non in quello di soddisfare gli appetiti ingordi di bottegai ed affittacamere. Dai, Sindaco Nardella, sorprendici! Pensa qualcosa di verde e di sostenibile. Facce sognà!!!

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