TAV, l’analisi costi-benefici non è “scientifica”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-23

Nella premessa dello studio che rappresenta il supplemento di analisi sulla Torino-Lione i tecnici mettono nero su bianco che il risultato è “arbitrario”

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I tecnici guidati dal professor Marco Ponti, ovvero Paolo Beria, Alfredo Drufuca, Riccardo Parolin e Francesco Ramella, nella premessa dello studio che rappresenta il supplemento di analisi sulla Torino-Lione, quello che riguarda solo il tratto italiano, mettono nero su bianco che il risultato è “arbitrario”:

Nel documento integrale che il Messaggero ha potuto visionare sono gli stessi tecnici a non credere al verdetto che hanno stilato. Da un lato – è scritto nella premessa – si contesta il metodo, ovvero lo spacchettamento dell’analisi solo per la parte italiana, essendo la Torino-Lione un progetto unico, che va inquadrato quindi in uno scenario europeo.

«Quest’ottica – si legge a pagina 2 – ha numerosi limiti, si invita quindi il lettore a considerare i risultati (la bocciatura) per quello che sono, cioè un arbitrario e a volte impreciso taglio degli effetti ad un confine che è esclusivamente amministrativo e non reale per la natura del progetto in esame». Sia come sia i tecnici di Toninelli pur abbattendo di più della metà gli svantaggi economici rispetto alla prima analisi, fanno notare che proseguire avrebbe un impatto negativo di circa 2,5 miliardi.

I motivi del no sono sempre gli stessi: il calo dei traffici non giustifica andare avanti, così come spostare le merci dalla gomma alla ferrovia avrebbe un impatto sulle entrate fiscali, cioè sulle accise legate alla benzina, per 729 milioni, mentre il calo dei pedaggi peserebbe per circa 1,4 miliardi. «Meglio, concludono, stoppare subito l’opera». I tecnici ammettono solo che ci sarebbero dei benefici legati al calo della congestione stradale, ma nulla dicono dei risparmi sul fronte energetico e dell’inquinamento ambientale.

In copertina: vignetta di Nomfup

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