La tassa su merendine e soft drinks e i 50mila lavoratori a rischio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-24

Sindacati e imprese contro la sugar tax: stimato un crollo delle vendite del 30%

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L’associazione che riunisce i produttori di bevande sui 50mila lavoratori occupati nel settore dei soft drink e sulle 400 aziende impegnate nella produzione di merendine lancia l’allarme: 50mila lavoratori a rischio se arriva la tassa sullo zucchero o sulle merendine come viene chiamata. Su neXtQuotidiano abbiamo spiegato perché più che altro le tasse intelligenti rischiano di creare effetti piuttosto stupidi.

Secondo Assobibe, che riunisce i produttori di bevande, una imposta del genere produrrebbe una contrazione delle vendite del 30%, 10mila occupati a rischio e una chiusura dei bilanci in perdita per l’80% delle Pmi del comparto. Alla fine, sostengono da Assobibe, il gettito per le casse dello Stato sarebbe paradossalmente minore: dell’11% nel caso dell’Iva e del 15% nel caso delle tasse da lavoro. Contrario alla proposta anche il presidente di Federalimentare, Ivano Vacondio: «Se dovesse passare, si verificherebbe un’ulteriore depressione dei consumi interni, che hanno già perso 10 punti percentuali in 10 anni e che non accennano a migliorare».

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La tassa sulle bevande zuccherate in Europa (Corriere della Sera, 22 settembre 2019)

Le nazioni che hanno sperimentato questa via, sostiene Federalimentare, non hanno avuto successo: «È il caso della Francia – prosegue – che nel 2012 ha introdotto una tassa sulle bevande. In un primo momento c’è stato un calo del 2,2% delle vendite, ma poi si è tornati a un livello di consumo pre-tassa». Anche per il il segretario generale della Fai-Cisl, Onofrio Rota, tassare bibite e merendine «è inutile. miope e sbagliato». Solo l’Unione nazionale consumatori si stacca dal coro: «Non siamo pregiudizialmente contro la sugar tax, se accompagnata da messaggi educativi», ha detto il suo presidente, Massimiliano Dona.

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