80 euro, sanità, difesa, pubblico impiego: dove taglierà il governo Lega-M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-19

Il ministro Tria a caccia dei fondi per la legge di bilancio: sotto la lente le detrazioni e i bonus di Renzi, le spese per la Difesa e la Sanità e i contratti del pubblico impiego

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La spending review si avvicina e rischia di fare molto male. Lega e MoVimento 5 Stelle si stanno scannando da giorni con il ministro dell’Economia Giovanni Tria sul DEF e sulla legge di bilancio perché non si trovano i soldi per tenere fede alle promesse elettorali. E proprio per trovare qualche fondo i tecnici dell’Economia si stanno muovendo lungo il solco della revisione della spesa “classica”. Che prevede il recupero di almeno 3-4 miliardi attraverso la riqualificazione delle uscite per vari “capitoli”, la destinazione a nuove misure di spesa originariamente indirizzate su interventi per i quali non è scattata la fase attuativa e vere e proprie strette sui cosiddetti sprechi di gestione, in cui sarebbe contemplata anche la chiusura di alcuni enti inutili. Il Sole 24 Ore riepiloga oggi i primi fronti su cui attuare la spending review: tra questi ci sono gli 80 euro di Renzi ma anche la Card per i docenti da 500 euro (350 milioni di fondi) e il bonus cultura da 500 euro per i neo18enni. C’è poi l’ipotesi di riqualificazione della spesa sanitaria che vede sotto la lente farmaci, vaccini e dispositivi medici.

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Spending review: i tagli del governo Conte (Il Sole 24 Ore, 19 settembre 2018)

Non solo: la Difesa vuole tagliare i programmi di investimento e sviluppo nei sistemi d’arma, compreso l’acquisto di venti droni Piaggio Aerospace P2HH per la somma di 766 milioni. E poi ci sono gli F-35, già destinatari di elevati giochi di parole da parte della ministra. Nel pubblico impiego sono in programma mancati aumenti, con il probabile nuovo congelamento dei rinnovi contrattuali. Sugli organici, invece, il Ddl «concretezza» che la settimana scorsa ha avuto il primo esame in consiglio dei ministri punta al turn over al 100% nella Pa centrale con assunzioni più rapide nei settori strategici per investimenti e digitalizzazione. L’alternativa, o se volete il rischio, è che si passi al ricorso a tagli lineari dell’1-2% in versione selettiva, salvaguardando cioè alcune importanti missioni di spesa: politiche sociali, politiche per il lavoro, famiglia, istruzione, tutela della salute e sicurezza oltre a uscite e trasferimenti per il pagamento di stipendi, assegni, pensioni e altre spese fisse, interessi passivi, spese per obblighi internazionali e quelle per ammortamento di mutui.

Leggi sull’argomento: Ma alla fine quante sono le rate dei 49 milioni della Lega?

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