Supermercati, passeggiate e jogging: arrivano nuove strette e chiusure

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-03-20

L’ulteriore stretta alla quarantena entrerà in vigore entro oggi. L’elusione delle misure accade da Nord a Sud in troppi contesti, in questo modo un contenimento del virus è forse alla portata di mano ma non certo un’opera di annientamento

article-post

Per gli orari dei supermercati, le passeggiate e le corsette arriva una nuova stretta del governo Conte per l’emergenza Coronavirus. Le misure che le Regioni, Lombardia in testa, e l’associazione dei sindaci (Anci) hanno chiesto al governo stanno per diventare realtà.

Supermercati, passeggiate e jogging: arrivano nuove strette e chiusure

Scrive oggi il Corriere della Sera che c’è chi ritiene indispensabile chiudere i supermercati tutte le domeniche, chi pensa possa bastare una domenica sì e una no, chi vuole farli chiudere il sabato alle 15.  Tutte le ipotesi sono sul tavolo, nessuno però sembra osservare che restringere gli orari dei supermercati porterà ad affollarli di più perché tutti andranno agli orari nuovi e non ci si distribuirà più tra quelli oggi vigenti. Per le passeggiate il governo vuole cambiare:

Sarà possibile portare il cane a spasso soltanto nelle vicinanze della propria abitazione e per gli sport all’aperto si sta valutando di non vietarli completamente ma imporre nuove limitazioni per evitare che siano la scusa per incontrare gli amici senza restrizioni. E dunque soltanto da soli e senza possibilità di effettuare soste anche se le zone sono isolate, ma su questo non è escluso che alla fine si arrivia una stretta ancor più energica. Nuova linea anche per chi va nelle seconde case, e per questo si pensa a un divieto di spostamento tra domicilio e residenza. Vietate da ieri tutte le crociere.

supermercati passeggiate jogging

Il Fatto Quotidiano aggiunge che u numeri dei contagi da coronavirus non danno ancora segno di normalizzarsi e questo ha spinto gli enti locali a invocare provvedimenti al limite dello stato di guerra: nonostante sia ancora presto per valutare gli effetti delle misure in vigore da circa una settimana, Palazzo Chigi e la Protezione civile hanno sostanzialmente accettato e l’ulteriore stretta alla quarantena entrerà in vigore entro oggi.

Mentre andiamo in stampa, il dettaglio delle misure non è ancora del tutto definito, ma sono all’ingrosso quelle che alcune Regioni stavano già adottando alla spicciolata: non ci sarà nessuna chiusura obbligatoria per le imprese, ma saranno chiusi invece i cantieri ritenuti non prioritari, molti uffici pubblici e nuove categorie di negozi (ad esempio i bar all’interno dei distributori di benzina, esclusi quelli nelle autostrade). Anche il trasporto pubblico sarà ulteriormente ridotto, come gli orari di apertura degli esercizi commerciali ancora aperti:le serrande andranno tirate giù entro le 19 o le 20 e per la domenica si valuta la chiusura totale o dalle 15.

Meno libertà è prevista anche per le uscite da casa: per la spesa si potrà muovere una sola persona a famiglia; dovrebbero chiudere tutti i parchi e le attività sportive a l l’aperto saranno consentite solo a chi ha comprovate esigenze mediche e  in ogni caso solo molto vicino a casa; sarà vietato lasciare il Comune in cui ci si trova anche per raggiungere quello di residenza. In sostanza, vengono attenuate le eccezioni sfruttate in modo poco responsabile da alcuni, ma resteranno aperte fabbriche e imprese.

Un altro giro di vite nel week end

Queste alcune delle misure che potrebbero trovare spazio in un nuovo Dpcm che molti, nel governo, danno ormai per scontato. Sarà al centro di una riunione di governo che si terrà domani, l’orario non è stato ancora fissato. Ma l’adozione del nuovo giro di vite, spiegano fonti di governo all’AdnKronos, dovrebbe arrivare solo nel weekend, nella serata di sabato o nella giornata di domenica. – A fronte delle tantissime violazioni registrate nella capitale al divieto di spostamenti imposto come misura di contenimento del coronavirus, il Codacons presenta oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Roma in cui si chiede di indagare i responsabili per il reato di concorso in epidemia. “Chiediamo alla magistratura capitolina di attivarsi contro chi, a Roma, mette a rischio la salute pubblica e vanifica gli sforzi di quanti, in questi giorni, stanno facendo sacrifici per rimanere a casa chiudendo negozi e attività – spiega il presidente Carlo Rienzi- giungono preoccupanti notizie di assembramenti ingiustificati nei parchi, sulle panchine e in altri luoghi pubblici, e di cittadini che continuano a uscire di casa senza averne alcuna necessita’. Costoro vanno identificati e verso di loro la Procura dovra’ agire per il reato di concorso in epidemia. Anche chi fa jogging nella capitale, in assenza di preciso certificato medico che prescriva attività sportiva all’aperto, incorre nello stesso reato”. L’art. 438 del codice penale stabilisce infatti che “chiunque cagiona un’epidemia mediante la diffusione di germi patogeni è punito con l’ergastolo”. “Chi in questo momento delicato trasgredisce le norme è un pericolo per la collettività, alimenta la diffusione del contagio e vanifica del tutto gli sforzi del paese, e per questo motivo va punito con la massima severita'”, conclude Rienzi.

coronavirus lombardia
Il Coronavirus in Lombardia (fonte grafico)

Altre regioni hanno già agito. In Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, oltre a chiudere i parchi nella Regione che guida, ha vietato tutto: jogging, passeggiate, lunghe «gite» con il cane,giri in bici. Si sta vicini alla propria abitazione e ci si sposta solo per motivi improrogabili. Punto. Il Corriere dice che ormai Conte ha deciso:

Ieri sera in una videochiamata si sono confrontati a lungo sull’argomento il premier Giuseppe Conte e il governatore della Lombardia Attilio Fontana, al cui fianco consulenti cinesi continuano a sostenere che troppa gente e troppi italiani circolano ancora per strada, che l’elusione delle misure accade da Nord a Sud in troppi contesti, che in questo modo un contenimento del virus è forse alla portata di mano ma non certo un’opera di annientamento, come avvenuto in Cina, che da ieri, dopo aver adottato misure marziali, non ha più casi di coronavirus, se non importati da Stati stranieri. Un successo costato tanto,ma raggiunto in meno di tre mesi.

Leggi anche: Coronavirus: i nuovi divieti verso il blocco totale

Potrebbe interessarti anche