Sullo Steppa-Express

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2019-10-21

Prima di prendere il treno per Almaty (che significa letteralmente “il nonno delle mele”- le mele sono originarie di qui) ho bighellonato per Astana. L’Università dove sono stato è dedicata a Gumilev. Pensavo che questo Gumilev fosse il poeta. Figura molto interessante, non molto conosciuta in Occidente. Fu uno dei poeti del movimento acmeista (un movimento …

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Prima di prendere il treno per Almaty (che significa letteralmente “il nonno delle mele”- le mele sono originarie di qui) ho bighellonato per Astana. L’Università dove sono stato è dedicata a Gumilev. Pensavo che questo Gumilev fosse il poeta. Figura molto interessante, non molto conosciuta in Occidente. Fu uno dei poeti del movimento acmeista (un movimento tipo quello futurista italiano, forse un po’ più mild). Viaggiò a lungo in Italia, Francia ed Africa. Combatté valorosamente durante la I Guerra Mondiale. Nonostante fosse chiaramente anti-comunista ritornò in Russia nel 1918 dichiarando che non aveva paura: aveva cacciato i leoni in Africa e i bolschevichi non potevano essere molto più pericolosi dei leoni. Stava sbagliando di grosso. Fu arrestato e fucilato nel 1921. Di lui conoscevo solo la poesia “Il tram smarrito”. Mi son sempre piaciuti questi versi:

«Ma per tutto ciò che ho avuto e ancora voglio avere
per tutti i miei dolori, e le gioie, e le follie,
come tocca a ogni uomo pagherò
con la morte finale e irrevocabile»

Mi è sembrato strano che un’Università fosse dedicata a un poeta messo all’indice nell’URSS. Infatti non era così. L’Università è dedicata a un altro Gumilev (suo figlio?), naturalista e storico che dedicò tutta la sua vita a studiare ed esplorare il Kazakhstan. Mi sono poi recato nella parte nuova della città. Ho prima visitato un grandissimo e modernissimo shopping center (SilkRoad). Lungo più di un Km, ha al suo interno perfino un campo di hockey su ghiaccio. Ho visto poi la sede di Expò 2017. Aveva come motivo conduttore la Future Energy. Invece di dismettere tutto (come nell’ Expò 2015 a Milano) i kazaki hanno mantenuto le strutture costruite nell’occasione, rendendole un’interessante attrazione turistica. Di questo Expò si apprezza soprattutto la proiezione verso il futuro visto come progresso dell’Umanità e del Kazakhstan in particolare. Questa fede nel futuro la si nota anche nella Nazarbayev University. Università molto ricca (i Professori prendono uno stipendio più che doppio rispetto al mio), con un campus estremamente organizzato, con corsi tutti in Inglese, diretta sia agli studenti meritevoli kazaki che agli studenti asiatici più brillanti. Quando ho parlato con i Kazaki mi hanno detto che il loro territorio è ricchissimo di risorse naturali, ma per competere nel mondo che verrà è necessari investire in conoscenza e tecnologia. Ecco quello che invidio al Kazakhstan è questa fiducia nel futuro che accomuna la classe dirigente con il cittadino semplice. In Italia abbiamo ormai perso ogni speranza nel futuro. I partiti non la trasmettono ai cittadini. Un partito addirittura sogna la decrescita (e non si capisce come perdere ricchezza possa portare benessere e felicità), un altro cerca semplicemente di difendere il presente riempiendo il ceto medio di tasse. E poi questi stessi partiti chiamano stupidi ed ignoranti gli elettori che non li votano perché preferiscono altri partiti che almeno cercano di regalare sogni (magari irrealizzabili) ai propri elettori.

Dopo aver bighellonato, sono partito per Almaty. Ho scelto il treno perché ero curioso delle atmosfere dell’Orient Express e della Transiberiana. Questo treno fa però un percorso molto più breve (poco più di 13 ore) di questi treni mitici e percorre solo una parte di steppa dove passavano le carovane della Via della Seta. Per questa ragione ho ribattezzato il treno “Steppa Express”. Ho scelto il treno anche perché mi era piaciuta l’atmosfera descritta da Tiziano Terzani in Buonanotte, Signor Lenin. Terzani si era trovato coinvolto in un lungo viaggio in treno da queste parti proprio durante il fallito golpe contro Gorbachev. Le osservazioni politiche di Terzani si sono rivelate completamente errate. Lui riteneva che nell’ex-URSS tutto stesse cambiando perché niente cambiasse sul serio. Invece tutto è cambiato sul serio. Invece le sensazioni che uno prova facendo questi viaggi interminabili sono proprio quelle descritte da Terzani. Si vive una dimensione diversa. Il tempo perde il senso usuale. Uno si ritrova naturalmente a riflettere sui massimi sistemi. Casualmente mi son trovato a riflettere sul tempo. Sto scrivendo un articolo sul Paradiso di Dante e ho scoperto che per i teologi medioevali esisteva anche il tempo dell’aevum (in Italiano è detto eviternità). E’ un concetto studiato da Alberto Magno e poi approfondito da San Tommaso d’Aquino. Per gli scolastici Dio era al di là del tempo. E’ una Entità che “ vive” immutabile eternamente nel Presente. Il Passato e il Futuro non esistono, esiste per Dio solo il Presente. Noi uomini invece abbiamo il tempo che è scandito dai moti dei corpi celesti. Abbiamo un inizio e una fine. Diversi da noi e da Dio sono gli Angeli: hanno avuto un inizio, ma non avranno una fine. Ma proprio perché hanno avuto un inizio, hanno un tempo, diverso dal nostro, ma sempre un tempo. Questo tempo angelico è stato definito dagli scolastici come l’eviternità. Se fossi travolto dalla mia solita vita caotica, definirei l’eviternità come farebbe Fantozzi: una cagata pazzesca. In queste ore passate a guardare la steppa sempre uguale a sé stessa ho riflettuto sulla profondità dell’intuizione dell’eviternità. La Fisica Moderna è arrivata a conclusioni molto simili. Le equazioni che reggono le particelle non hanno una direzione temporale. Appena però le particelle si combinano e si strutturano compare l’entropia (che dà una direzione temporale all’Universo). Ma l’entropia è una grandezza fisica è molto ma molto diversa dal concetto di tempo che viviamo noi… Come è possibile che i Teologi siano arrivati a conclusioni così moderne su un concetto così sfuggevole come il tempo? Riflettendo su queste cose son sempre più convinto che noi uomini non stiamo “inventando” nulla, stiamo solo scoprendo (o meglio riscoprendo) le leggi che governano l’Universo.

 

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