Perché è stato scarcerato anche il terzo indagato dello stupro in Circumvesuviana

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-04

Dopo la scarcerazione dei primi due sospettati il tribunale del Riesame ha disposto la liberazione anche per Raffaele Borrelli. Non sono ancora note le motivazioni della sentenza ma a quanto pare i giudici hanno ritenuto “non circostanziata” la testimonianza della ragazza

article-post

L’ottava sezione del Giudice della Libertà ha decretato la scarcerazione di Raffaele Borrelli, detenuto dal 6 marzo scorso al carcere di Secondigliano con l’accusa di aver partecipato allo stupro della Circumvesuviana di San Giorgio a Cremano. Borrelli è il terzo presunto stupratore, dopo Alessandro Sbrescia e Antonio Cozzolono, a tornare in libertà. I tre ragazzi, di 18 e 19 anni, erano stati arrestati per lo stupro della ragazza di 24 anni che ha denunciato di essere stata violentata nell’ascensore della Circumvesuviana.

Perché Raffaele Borrelli è stato scarcerato

Secondo i giudici del riesame la ragazza non è attendibile. L’avvocato Massimo Natale, legale di Borrelli, ha impostato la linea difensiva sul fatto che la vittima fosse in realtà consenziente al momento del rapporto sessuale. Una tesi questa sempre sostenuta da tutti e tre i fermati che avevano ammesso il rapporto sessuale ma non le violenze. Secondo la tesi dell’avvocato difensore del presunto stupratore le immagini delle telecamere interne della stazione non dimostrerebbero alcun segno di coercizione iniziale dei ragazzi sulla 24enne di Portici che ha poi denunciato gli abusi. Ed è proprio il fatto che la fase della violenza non sia documentata dei video di sorveglianza uno degli elementi chiave che hanno portato i giudici del Riesame di Napoli ad annullare la misura cautelare degli arresti nei confronti dei tre giovani.

enrico mentana circumvesuviana

I filmati depositati dagli inquirenti riguardano infatti le fasi antecedenti e successive alle presunte violenze consumate dal gruppo. Le motivazioni complete della decisione del Riesame non sono note ma a quanto pare i giudici avrebbero ritenuto “poco circostanziata” la ricostruzione dei fatti fornita dalla 24enne che non sarebbe attendibile, scrive il Corriere della Sera, a causa dei gravi problemi psicologici da cui è affetta da anni. Rimane però quanto stabilito dal referto medico dove si parla di chiare lesioni agli organi genitali compatibili con l’uso della violenza da parte dei tre presunti stupratori. La perizia inoltre inoltre descrive l’incapacità di reagire della giovane come un fenomeno di dissociazione tra corpo e mente, che si manifesta spesso nelle vittime di violenza.

Quel “meglio non denunciare” nella lettera della ragazza

La decisione dei giudici non entra nel merito della colpevolezza o dell’innocenza dei tre indagati. Si limita a stabilire la possibilità della scarcerazione dal momento che nel nostro Paese il carcere preventivo è previsto soltanto in tre casi (reiterazione del reato, pericolo di fuga, inquinamento delle prove). Saranno eventualmente altri giudici durante il processo – se e quando i tre indagati diventeranno imputati – a valutare la colpevolezza dei tre, identificati grazie alle telecamere dopo che la giovane aveva raccontato ad un passante di essere stata violentata. La scarcerazione dei tre non significa che la ragazza non potrà ottenere giustizia, ma contrariamente a quello che affermano alcuni politici in Italia vige ancora il principio della presunzione d’innocenza.

stupro circumvesuviana scarcerazione riesame - 2

Già dopo la scarcerazione dei primi due presunti stupratori la ragazza aveva inviato, dallo studio del suo legale, una lettera per raccontare il dramma di non essere creduta. «Mi sembrava di essere avvolta dalla nebbia mentre mi trascinavo su quella panchina dopo quelli che saranno stati 7 o 8 minuti», scriveva la ragazza che aveva fatto sapere di essere delusa e amareggiata. «Confermo» aveva detto al suo avvocato «che se avessi saputo tutto questo non avrei denunciato».

Leggi sull’argomento: Simone di Torre Maura merita più che un tweet da Virginia Raggi

Potrebbe interessarti anche