Opinioni
I deliri di Di Maio sullo stupro in Circumvesuviana
Luca Conforti 28/03/2019
Luigi Di Maio è una vera volpe. Avendo compreso che uno dei motivi del successo sui social network di Matteo Salvini è la capacità del Capitano di parlare dei fatti di cronaca per trarne lucro politico ed elettorale, oggi ha deciso di andare all’attacco della decisione del Tribunale del Riesame che ha rimesso in libertà […]
Luigi Di Maio è una vera volpe. Avendo compreso che uno dei motivi del successo sui social network di Matteo Salvini è la capacità del Capitano di parlare dei fatti di cronaca per trarne lucro politico ed elettorale, oggi ha deciso di andare all’attacco della decisione del Tribunale del Riesame che ha rimesso in libertà due dei tre accusati di stupro nella Circumvesuviana ai danni di una ragazza di 25 anni.
Il problema è che Di Maio parla a vanvera. In primo luogo si mette ad attaccare i giudici del tribunale del Riesame come un Berlusconi in sedicesimo senza aver ancora letto le motivazioni che hanno portato alla decisione dei togati. E siccome il carcere preventivo, in Italia, è previsto soltanto in tre casi (reiterazione del reato, pericolo di fuga, inquinamento delle prove) che nulla c’entrano con il fatto che una persona sia colpevole o meno del reato che gli viene contestato dal pubblico ministero (quello lo deciderà un altro giudice), di sicuro i tre giudici avranno fatto riferimento a una delle tre motivazioni per decidere la scarcerazione di due dei tre accusati.
In secondo luogo Di Maio dimostra di avere scarsa cultura giuridica e zero senso dello Stato e delle Istituzioni quando afferma che “c’è qualcosa che non va in questo Paese. Chi compie uno stupro, per quanto mi riguarda, deve passare il resto dei suoi giorni in carcere! Ognuno ha diritto di difendersi, lo prevede il nostro ordinamento giuridico, ma chi è accusato di violenza sessuale contro una donna deve poterlo fare dal carcere!”.
Questo perché se Di Maio ritiene che sia l’ergastolo la pena più giusta per uno stupro (opinione perfettamente legittima) dovrebbe, visto che è a capo del partito che ha preso più voti in Italia, proporre una legge che prevede quella pena e non certo lamentarsi sui social network della mancata applicazione da parte dei giudici di una legge che non esiste. Infine, se Di Maio ritiene che il carcere preventivo sia necessario per chi è accusato di stupro, può proporre con il suo partito una legge che lo prevede. Invece preferisce fare un post su Facebook, cosa che non ha nessuna rilevanza dal punto di vista politico ma conta solo ed esclusivamente per la propaganda. Prendendo così in giro i suoi fans, il suo elettorato e l’opinione pubblica italiana. Di Maio è una volpe, ma uno che se ne intendeva diceva sempre che il destino delle volpi è sempre lo stesso: finire in pellicceria.