Di Maio è il ministro più spendaccione del governo Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-18

Nel budget 2019 dello Sviluppo economico 76,5 milioni per staff, viaggi e convegni: è record. Seconda Trenta a quota 62,2 milioni

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Alla faccia dei risparmi promessi e dimenticati e delle balle sulle coperture per i 17 miliardi per il reddito di cittadinanza da trovare tagliando spese inutili, i ministri grillini spendono e spandono le risorse dei ministeri e il più spendaccione in questa speciale classifica è proprio Luigi Di Maio. Le spese dei ministeri le racconta oggi Giovanna Vitale su Repubblica:

Un fiume di milioni necessario a pagare le retribuzioni di ministri e sottosegretari, Gabinetti e uffici di diretta collaborazione (staff), previdenza, viaggi in Italia e missioni all’estero, noleggio di mezzi di trasporto, eventi di rappresentanza tipo convegni, seminari e ogni altra attività connessa all’incarico. Come da tabelle allegate alla Finanziaria, capitolo 32.2, il podio dei ministri più spendaccioni è un monocolore grillino: piazzandosi, il primo leghista in classifica, soltanto al quarto posto.

La medaglia d’oro va di diritto al vicepremier Luigi Di Maio: con i suoi 76,5 milioni messi a budget nel 2019 per “l’indirizzo politico” dello Sviluppo Economico, nel governo il capo dei Cinquestelle non conosce rivali. Cifra che schizza a 86,5 milioni se si sommano anche i costi di funzionamento amministrativo del secondo ministero ricevuto in sorte: Lavoro e Politiche sociali. A conquistare l’argento è invece la tecnica di area Elisabetta Trenta: la titolare della Difesa ha chiesto per l’anno prossimo 62,2 milioni. Circa 10 in più del Guardasigilli Alfonso Bonafede, che con i 52 milioni della Giustizia guadagna in surplace il bronzo.

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Medaglia di cartone nell’esecutivo gialloverde, ma primo fra i leghisti a vincere la palma delle mani bucate, è a sorpresa il ministro delle Politiche Agricole Gian Marco Centinaio: con i suoi 47 milioni distanzia nettamente il leader Matteo Salvini. Il quale, da responsabile dell’Interno, sta quasi 20 punti sotto: 27 milioni la sua previsione di spesa per staff, collaboratori e missioni al Viminale, che lo fanno viaggiare più o meno a metà classifica.

Sesta arriva invece la grillina Giulia Grillo: 25,5 i milioni postati a budget per la Salute. E se al Tesoro l’occhiuto Giovanni Tria immagina di sborsare poco più di 22 milioni, all’ottavo posto fa capolino il grillino Danilo Toninelli, che per Infrastrutture e Trasporti di milioni l’anno prossimo immagina di spenderne solo 20. In fondo alla classifica si piazzano infine quattro tecnici: a riprova che la politica sconta costi (quelli del consenso) che la società civile non si pone. Alla Cultura Alberto Bonisoli ha messo a budget 16 milioni; poco meno di Enzo Moavero Milanesi agli Esteri (15,6), quasi a pari merito di Sergio Costa all’Ambiente (15).

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