Opinioni
Tutti gli esseri umani hanno un rating: non è Black Mirror, è la realtà
Vincenzo Vespri 23/11/2018
Su Netflix ha fatto scalpore un telefilm della serie Black Mirror. Racconta di una ipotetica società dove tutti gli esseri umani hanno un rating, esattamente come adesso si fa il rating dei ristoranti o degli hotel, allo stesso modo, tramite like e dislike, il singolo individuo di questa ipotetica società riceve un social credit. In […]
Su Netflix ha fatto scalpore un telefilm della serie Black Mirror. Racconta di una ipotetica società dove tutti gli esseri umani hanno un rating, esattamente come adesso si fa il rating dei ristoranti o degli hotel, allo stesso modo, tramite like e dislike, il singolo individuo di questa ipotetica società riceve un social credit. In funzione del social rating uno può accedere a finanziamenti in banca, frequentare un certo ambiente sociale, mandare i figli nelle migliori università, etc. Al contrario, avere un basso credito significa essere escluso, sempre più escluso. Questa società, che raccontata così sembra essere il peggiore degli incubi immaginabili, si sta “felicemente” materializzando in Cina. Il Governo Cinese ha fatto partire un progetto di Social Credit che sarà operativo dal 2023. Per il momento ci si può aderire in modo volontario e, incredibile dictu, hanno aderito, in modo entusiastico, milioni di cinesi. Il modo di implementazione è molto simile a quello di video gioco: i migliori, quelli che conseguono il rating più alto, sono premiati pubblicamente tipo reality show, quelli con social credit basso si sono perfino visti negare il diritto di poter prendere un treno o un aereo.
La prima reazione che uno ha, è di pensare di essere molto fortunato a vivere in un paese libero. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Ciascuno di noi si trova ad essere valutato. Noi Professori abbiamo una struttura cervellotica denominata ANVUR che fa il ranking delle Università, dei Dipartimenti e dei singoli ricercatori. I nostri figli sono “rankati” all’Invalsi. Il nostro Paese si trova valutato dalle Agenzie di Credito. Ma ci sono anche tantissime agenzie di rating non ufficiali. Infatti una serie di entità (banche, multinazionali, compagnie telefoniche) hanno accesso a tutta una serie di dati sensibili che permettono loro di profilarci alla stessa maniera del Social Credit cinese. L’idea di poter essere protetti da strumenti come la legge sulla privacy è una mera illusione. L’effetto di questo ranking pervasivo ed invasivo è la progressiva omologazione che sta impoverendo la nostra società. Ad esempio, per quanto riguarda l’Università, l’effetto macroscopico della valutazione ANVUR sulla ricerca è la riduzione della biodiversità: son favoriti i grandi gruppi, son favorite le tematiche di scuola. In questo modo l’Università perde ricchezza, creativita’ e prestigio: la ricerca universitaria non ha bisogno di masse informi di ricercatori che pensano alla stessa maniera, ma di chi ha un pensiero laterale e creativo. Allo stesso modo funziona la società civile. Ad esempio in questi ultimi giorni , viaggiando per l’Italia, mi sono imbattuto in un’umanità varia: in un coreografo di nuoto sincronizzato, in un geologo specializzato in beni archeologici, in una ragazza ventitreenne che sta cercando di fondare una casa di moda e doveva esporre a Montecarlo, in un imprenditore che era passato dall’altare alla polvere ma era stato capace di costruire di nuovo una solida realtà industriale, etc.
La ricchezza di una nazione infatti risiede proprio nella diversità, non nella omologazione. Ma la produzione di massa richiede consumatori standardizzati, che devono consumare le stesse cose, amare le stesse cose, comportarsi nello stesso modo . L’incubo di Tempi Moderni o di Metropolis si sta avverando ma al contrario: non sono i lavoratori ad essere resi degli automi tutti uguali ma lo devono essere i consumatori. E per far questo si utilizzano i rating: per avere un ranking migliore siamo tutti spinti ad avere lo stesso comportamento e le stesse abitudini… Per questo motivo il mondo sta andando verso una società dove tutti hanno un ranking più o meno esplicito. La differenza fra la Cina e noi è questa: la Cina ha preso atto di questa situazione, l’ha considerata inevitabile e sta creando un sistema di ranking almeno trasparente. Il mondo occidentale non sta mettendo in cantiere alcun sistema di ranking tipo Cina ma, nello stesso momento, non sta facendo nulla per evitare una profilazione strisciante, senza alcun controllo, del genere umano tramite ranking. Il mondo di Black Mirror purtroppo è già qui. Per il momento sembra che ci siano offerte solo due possibilità: o possiamo scegliere di far finta che non ci sia questa minaccia e subire questo rating diffuso in modo non esplicito o possiamo prenderne atto e lottare per avere un rating trasparente e possibilmente equo. Forse la Cina ha preso la decisione migliore: meglio affrontare il problema in qualche modo che ignorarlo.