Dai “cappelli taroccati” alle scuse: ora gli Alpini vogliono fare “di più per cambiare”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-05-12

Dopo aver tentato di nascondere la classica polvere sotto il tappeto, ora (dopo le denunce) il Presidente dell’ANA fa un passo indietro

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All’indomani delle denunce social da parte dell’Associazione “Non una di meno” è andato in scena il classico modus operandi di chi ha provato a nascondere la polvere sotto il tappeto. L’Associazione Nazionale Alpini, infatti, aveva provato a minimizzare i fatti parlando di “episodi fisiologici” per poi passare alla versione dei “cappelli taroccati”. Oggi, dopo la presentazione di alcune denunce ufficiali alle forze dell’ordine, il Presidente di quella stessa associazione che ha organizzato il raduno di Rimini ha deciso di fare un passo indietro Sebastiano Favero, adesso, chiede scusa e si impegna a fare qualcosa in più “per cambiare”.

Sebastiano Favero, dopo le denunce, chiede scusa a nome degli Alpini

Intervistato da Il Corriere della Sera, il Presidente dell’ANA ha deciso di fare un passo indietro, abbandonando quella narrazione raccontata fino a ieri, quando dagli stessi Alpini era arrivata una minimizzazione paradossale dopo quanto emerso.

“Adesso ci sono fatti concreti. E mi consenta innanzitutto di chiedere scusa a chi ha subito le molestie. Faremo di tutto, insieme alle forze dell’ordine, per individuare i responsabili. E se sono appartenenti alla nostra associazione, prenderemo provvedimenti molto forti”.

In attesa di capire quali saranno questi “provvedimenti molti forti” – considerando che gli iscritti all’Associazione sono oltre 340mila in tutta Italia -, dunque, sono arrivate le scuse. Una auto-reprimenda arrivata dopo che le denunce sulla scrivania delle forze dell’ordine si sono moltiplicate dopo gli sfoghi social. E, probabilmente, questo cambio di passo è arrivato anche dopo la pubblicazione di alcuni video.

Lo stesso Sebastiano Favero, nella sua intervista, ha detto che probabilmente dietro il comportamento di alcuni – definiti “imbecilli” – potrebbe esserci anche un problema culturale e che a nulla è servita l’opera di sensibilizzazione fatta dopo i casi precedenti, nelle adunate degli scorsi anni. E cosa farebbe se si ritrovasse di fronte una delle donne vittime delle molestie durante il raduno di Rimini?

“La guarderei serenamente e le chiederei scusa. E le direi che chi si è comportato in quel modo non è un vero alpino”.

Una presa di posizione arrivata solamente oggi, dopo le denunce. Meglio tardi che mai.

(foto IPP/max stucchi)

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