Attualità
«Le scuole? Riapertura a settembre»
neXtQuotidiano 13/04/2020
L’opinione del presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, intervenuto a ‘Che tempo che fa’ su Rai2. Ma la decisione, ha precisato, “spetta al governo”
“Personalmente penso che si possa fare una riflessione per posporre la riapertura delle scuole al prossimo anno”: lo ha affermato il presidente del Consiglio superiore di sanità (Css), Franco Locatelli, intervenuto a ‘Che tempo che fa’ su Rai2. Ma la decisione, ha precisato, “spetta al governo”. Anche per le università il governo pensa alla chiusura fino al 15 giugno e alle lezioni on line a settembre. Il ministero pensa di poter aprire in anticipo il primo settembre la scuola per recuperare il tempo perduto nelle prime settimane e dare il via normalmente all’anno scolastico nell’ultima settimana del mese. Invece è stata ormai definitivamente accantonata l’idea di poter rientrare fisicamente nelle aule entro il 18 maggio, visto che significherebbe rimettere in circolazione quasi 8 milioni di studenti e un milione tra docenti e personale tecnico e amministrativo, e ora si pensa al futuro. L’idea,prevista nel decreto scuola fresco di approvazione, è quella di trovare una data unica per il rientro a settembre: a differenza di quanto accadeva fino allo scorso anno, quando il ministero dava un calendario nazionale su cui le singole Regioni avevano la possibilità di apportare modifiche in base alle esigenze del territorio. Per l’anno scolastico 2020-2021 questo aspetto potrebbe diventare ininfluente visto che tutte le scuole avvieranno le lezioni più tardi rispetto al solito.
I corsi di recupero in ogni caso partiranno proprio dal primo settembre con i docenti in classe: saranno le scuole a decidere quali approfondimenti far partire da subito. E se ci fossero ancora problemi con l’epidemia? Qualora invece il rientro potesse essere solo “a distanza”, sarà necessario riavviare la didattica online. Da qui a settembre sarà opportuno potenziarne gli strumenti: secondo l’Istat infatti un ragazzo su 3, in Italia, non ha un computer o un tablet con picchi vertiginosi al Sud. In questi giorni le scuole stanno correndo ai ripari: il ministero dell’istruzione ha stanziato 70 milioni per l’acquisto dei computer da assegnare in comodato d’uso alle famiglie sprovviste, 10 milioni per le piattaforme e-learning delle scuole e 5 milioni per la formazione digitale dei docenti.
Locatelli ha anche parlato dei test sierologici per il Coronavirus: “Il test di sieroprevalenza è fondamentale per acquisire informazioni su quale percentuale ha sviluppato anticorpi e su questo è in via definitiva la validazione dei test per scegliere quale applicare, siamo a buon punto per selezionare il migliore”. “Quello che mi preoccupa di più al momento – ha avvertito – è se si abbandonano i comportamenti individuali che ci hanno portato a limitare il numero dei ricoverati e ridurre il numero dei morti. Se chiudere le attività produttive e attuare il distanziamento sociale e la limitazione delle libertà personali è stato doloroso, riaprire senza che il Paese torni nell’emergenza è un’operazione delicata”.