Scuole chiuse per il Coronavirus? Quelle “soluzioni alternative” non tanto sicure

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2020-03-05

Chiudono le scuole di ogni ordine e grado, ma alcuni servizi per l’infanzia rimangono aperti mentre altri si organizzano per soluzioni improvvisate (ludoteche, centri sportivi, asili “aziendali”) che rischiano di vanificare gli effetti della quarantena anti Covid-19

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Il decreto del governo ha disposto la chiusura delle scuole fino al 15 marzo, con buona pace delle smentite della ministra Azzolina e delle accuse di Di Maio ai giornali, e così i genitori si trovano a dover trovare una soluzione per i figli. Perché il decreto ha chiuso scuole, università e asili in tutta Italia ma ad eccezione di coloro che abitano nella cosiddetta “zona rossa” mamme e papà continuano – se possibile – ad andare a lavoro. Come fare per chi non ha i nonni a disposizione o non può permettersi la baby sitter per otto ore al giorno?

Asilo aziendale per venire incontro alle esigenze delle mamme? Meglio di no

Virologi ed epidemiologi spiegano che la chiusura delle scuole è un provvedimento indispensabile perché consente di distribuire i contagi su un periodo più lungo di tempo evitando di stressare ulteriormente il sistema sanitario nazionale. Ma per i genitori che non sanno come fare con i figli piccoli è un altro discorso, anche perché una soluzione governativa non c’è. Allora c’è chi si arrangia come può. A Orsago (Treviso) una manifattura tabacchi che impiega principalmente donne ha deciso di erogare un “bonus baby sitter” alle dipendenti per consentire di continuare a lavorare durante queste “vacanze” forzate.

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Ma non tutti hanno deciso di adottare la stessa soluzione. Sempre nel trevigiano un’altra azienda ha deciso di offrire un servizio di asilo temporaneo aziendale assumendo nei giorni scorsi una maestra che si occupa di seguire i bambini mentre le mamme sono a lavoro. Il problema è che così si vanifica l’effetto della sospensione scolastica, perché i bambini tornano a stare assieme nella stessa “aula”. Una quarantena per finta, insomma. Un’idea che dimostra senza dubbio la volontà dell’azienda di venire incontro alle necessità delle lavoratrici ma che sottolinea la scarsa comprensione dell’epidemia di coronaviurs.

Le ludoteche che si offrono come servizio sostitutivo

C’è anche chi annuncia su Facebook, in un post poi rimosso, che anche se l’asilo rimarrà chiuso in ottemperanza al decreto di chiusura continuerà a tenere aperto «il servizio di ludoteca e baby-parking». Non è l’unico caso. Sono in molti a scrivere che alla chiusura degli asili e delle scuole sono arrivate offerte a prezzi stracciati da parte di ludoteche che si offrono di tenere i bambini dalle 8 alle 13, in barba al principio di non aggregazione che è il cardine del concetto di quarantena.

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Ci sono anche mamme che denunciano il fatto che questa mattina alla ludoteca la figlia di 10 mesi era «circondata da bimbe più grandi che di solito sono all’asilo». Sembra quasi che il decreto non abbia pensato a chiudere anche baby parking e ludoteche. Oppure che qualcuno sta facendo il furbo.

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Non sono solo le ludoteche a rimanere aperte. Un utente Twitter segnala che a Roma i centri sportivi confermano che gli allenamenti proseguono e che in alcuni casi si offrono come centri di aggregazione in assenza del servizio scolastico, un po’ come il GREST o i centri estivi durante le vacanze.

 

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Ci sono poi mamme che si “auto-organizzano” a turno per non perdere giorni di lavoro. L’ANSA riferisce infatti dell’esistenza di una chat di genitori di una prima elementare di Roma dove una mamma ha suggerito di utilizzare il pre-scuola, un servizio predisposto proprio per genitori che hanno necessità di lasciare presto i bambini, dove il piccolo è accudito fino all’inizio delle lezioni. Un’altra mamma invece si offre per tenere piccoli gruppi di bambini (due o tre, massimo quattro) perché ha preso un giorno di ferie e invita anche le altre mamme a fare altrettanto in modo da distribuirsi pargoli e ferie salvando al tempo stesso il posto di lavoro.

Ma possiamo davvero fare loro una colpa? In fondo i centri commerciali rimangono aperti – e va bene – e alcuni continuano imperterriti ad organizzare “eventi” come il firmacopie di Elettra Lamborghini a Montesilvano (Pescara) dove la cantante ha fatto il pienone, soprattutto di giovanissimi (cioè quelli che non dovrebbero andare a scuola).

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