Perché il governo ha chiuso le scuole (e cosa dicono davvero gli scienziati)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-03-05

Cosa ha detto davvero il comitato tecnico-scientifico sulle scuole chiuse. Dove è nato il pasticcio di ieri. Gli interventi di sostegno economico alle famiglie, il congedo parentale, il taglio alle rette e ai sussidi e le lezioni online. Con il rischoo che l’anno scolastico si allunghi

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Dopo la pagliacciata dell’annuncio con smentita, ieri il governo Conte ha ufficializzato la chiusura delle scuole fino al 15 marzo. Anche se qualcuno (tra cui molti colleghi, come al solito) ha avuto il coraggio di dare la colpa ai giornalisti per il pasticcio del primo pomeriggio, nei retroscena dei quotidiani oggi si racconta che la sospensione dell’attività didattica in tutte le scuole e università fino al 15 marzo è uscita da Palazzo Chigi mentre era in corso il vertice dei ministri (e quindi da fonti che di solito sono certe) e poi è stata smentita dalla ministra della Pubblica Istruzione Lucia Azzolina all’uscita della riunione.

Perché il governo ha chiuso le scuole (e cosa dicono davvero gli scienziati)

La Azzolina però ha sostenuto che il governo fosse ancora in attesa del parere del Comitato tecnico-scientifico e che per questo la decisione non fosse stata ancora presa. Alle 18,30 di ieri però è stata presa la stessa decisione (ovvero, quella di chiudere le scuole e le università fino al 15 marzo) nonostante il parere degli scienziati – che doveva essere decisivo – fosse contrario alla scelta. E allora che senso ha dire che era necessario aspettare quel parere e poi non seguirlo? Racconta oggi Monica Guerzoni sul Corriere della Sera che l’efficacia è ritenuta dagli esperti «priva di evidenza scientifica». Walter Ricciardi (Oms) avrebbe definito la misura «inutile e dannosa», mentre il solo Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto superiore di sanità, ha espresso parere positivo. Ilario Lombardo su La Stampa dettaglia ancora meglio:

Conte è già intenzionato, sin dalla tarda mattinata, a registrare un messaggio alla nazione per le 20, tanto che vengono preallertati i programmi di quella fascia oraria. Prima di rendere ufficiale la notizia però vuole avere in mano il parere del comitato tecnico-scientifico. Che arriverà e non sarà favorevole. Walter Ricciardi è tra gli esperti il più contrario. Ma anche gli altri considerano la misura «inefficace se non prolungata nel tempo», oltre il 15 marzo.

scuole chiuse aperte regione per regione
Le scuole chiuse e aperte regione per regione PRIMA dell’annuncio del governo di ieri (Corriere della Sera, primo marzo 2020)

Come a Londra, dove è stato chiesto di sbarrare le aule per due mesi. Il rapporto degli scienziati però non farà cambiare idea a Conte. «Ha pesato sulla decisione – diranno da Palazzo Chigia – anche l’obiettivo di assicurare una piena omogeneità sul territorio rispetto a misure di fatto sin qui applicate in buona parte d’Italia sia pure con grande confusione».

Ovvero, gli scienziati del Comitato non hanno detto no alla chiusura delle scuole. Hanno invece detto che chiuderle per dieci giorni attualmente non basta e sottolineato che andrebbero chiuse per almeno due mesi se davvero si vuole combattere la diffusione del Coronavirus e di COVID-19. Anche Pier Luigi Lopalco, epidemiologo e professore all’Università di Pisa, approva il provvedimento come dice oggi al Fatto: «Le uniche evidenze scientifiche da poter prendere come modello sono le pandemie influenzali: è empirico che in estate scompaiano, ma non per il caldo come sento ripetere. È anche la chiusura delle scuole che rallenta i contatti sociali. Quindi sì: la chiusura delle scuole è opportuna. Sperimentale ma opportuna».

La chiusura delle scuole fino al 15 marzo e le lezioni online

Tommaso Ciriaco e Carmelo Lopapa su Repubblica spiegano che la data del 15 vale “salvo ulteriori interventi”. E intanto si profila un altro problema, quello della ragionevole durata dell’anno scolastico, con ipotetico (al momento non più di quello) rinvio della chiusura di un paio di settimane oltre quella prevista della prima decade di giugno.

Quando in serata vengono fatte filtrare dall’Iss le perplessità sullo stop a scuole e atenei (non ci sarebbero evidenze scientifiche a supporto), la replica del governo è tranchant. «È evidente che ora non ci siano evidenze scientifiche ma la politica – spiegano fonti di Palazzo Chigi – deve puntare a qualsiasi iniziativa che contribuisca a rallentare la diffusione del virus».

Con la chiusura delle scuole il governo si impegna ad adottare, nei prossimi giorni, interventi di sostegno economico alle famiglie (sollecitati da Zingaretti ma anche da Salvini e Meloni) che dovranno affrontare il disagio e il costo della misura. Se sotto forma di congedo parentale o di taglio alle rette o di sussidi è ancora da definire.

scuole chiuse 15 marzo 2

E ora cosa succederà alla didattica? Virginia Dalla Sala sul Fatto spiega che ci sarà bisogno di un grande sforzo organizzativo (ed economico) per gestire non tanto le prossime due settimane di sospensione delle attività didattiche quanto l’eventualità che lo stato di emergenza permanga anche dopo. E maggiori difficoltà potrebbero arrivare dalla stesura, non ancora iniziata, dell’annunciato piano straordinario per la maturità:

PER QUANTO riguarda la didattica a distanza, prevista dal decreto, se da un lato ci sono realtà scolastiche all’avanguardia adatte anche all’utilizzo di piattaforme per l’e – learning avanzate (che si dovrà cercare di diffondere su tutto il territorio anche con il sostegno degli uffici e degli enti regionali), ce ne sono altre in cui mancano sia hardware che software e finanche la connessione internet. I docenti potranno organizzarsi condividendo i materiali sui cloud (Google Drive o Google Doc ad esempio) che in gran parte hanno già attivato e su cui sono già registrati gli alunni, ma soprattutto, a fare da collegamento tra docenti e genitori sarà il registro elettronico.

Il problema vero sarà quell’inclusività che la scuola deve garantire: non tutti i ragazzi e i bambini hanno disponibilità di un collegamento a Internet per poter accedere ai materiali, soprattutto nelle fasce più deboli della popolazione. Inoltre, nonostante il decreto raccomandi di tenere in considerazione i bisogni degli alunni con disabilità, senza docenti di sostegno e il rapporto personale garantire l’assistenza diventerà quasi impossibile.

Non manca chi teme un allungamento dell’anno scolastico, eventualità per il momento non considerata dal ministero da cui arriva però la rassicurazione che le misure prese non influenzeranno l’esito dell’anno e che l’obiettivo primario è evitare che si perda.

Leggi anche: Scuole chiuse: cosa ci aspetta con le lezioni online

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