Cosa ci faceva Sara Cunial nel carcere di Salerno?

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2021-11-17

La deputata ex 5 stelle Sara Cunial, famosa per le sue teorie complottiste e negazioniste sul Covid, si trovava nel carcere di Salerno lo scorso 19 gennaio. Stesso giorno in cui due emissari americani provarono a interrogare un detenuto, Arturo D’Elia, accusato di far pare dell’ItalyGate, la bufala circolata negli Stati Uniti sul presunto coinvolgimento dell’Italia nella vittoria di Joe Biden alle elezioni

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Arturo D’Elia è un ex consulente di Leonardo SpA, arrestato lo scorso dicembre 2020 con l’accusa di aver creato un malware che ha “bucato” i sistemi di sicurezza del colosso del Ministero della Difesa e di aver spiato le divisioni Aerostrutture e Velivoli, copiando con un virus trojan ben 10 gigabyte di dati, circa 100mila file. Ha patteggiato la pena a 3 anni e 4 mesi, ed è attualmente detenuto nel carcere di Fuorni, a Salerno. In un’intervista a Repubblica, concessa in presenza del suo avvocato, ha raccontato di una vicenda particolare che lo ha coinvolto lo scorso 19 gennaio: durante una visita in carcere della deputata Sara Cunial, ex Movimento 5 stelle famosa per le sue posizioni antiscientifiche sui vaccini e sul Covid e per le sue illazioni contro Mattarella, avvenuta formalmente per “verificare le condizioni dei detenuti”, due uomini che D’Elia ha riconosciuto avere “accento americano” hanno cercato di prenderlo in disparte per parlare con lui.

Secondo quanto riportato nel libro “Betrayal: The Final Act of the Trump Show“, scritto dal giornalista americano di ABC News Jonathan Karl, il capo dello staff del Sottosegretario alla Difesa quando Trump era presidente, Kash Patel, avrebbe chiesto a Ezra Cohen, allora sottosegretario alla Difesa per l’intelligence e la sicurezza, di inviare degli uomini per parlare D’Elia, in quanto tirato in ballo da alcuni complottisti dell’ItalyGate, la fake news divenuta virale negli Stati Uniti che immaginava un’interferenza italiana nelle elezioni del 2020 che avrebbe favorito la vittoria di Joe Biden sull’ex tycoon. Karl racconta che il via alle indagini dell’intelligence americana, poi condotte dal Generale Scott Barrier, sarebbe partito il 2 gennaio 2021 su richiesta sia di Karsh Patel che del Segretario alla Difesa ad interim Chris Miller, tutti fedelissimi di Donald Trump. Nel libro il giornalista sostiene che Barrier avrebbe riferito a Miller che l’intera storia dell’ItalyGate sarebbe stata una farsa.

“Il mio assistito (D’Elia, ndr) rimase molto colpito dalla circostanza che durante la visita della deputata Cunial si avvicinarono a lui due stranieri”, ha raccontato a Repubblica l’avvocato Nicola Naponiello. Il 39enne, già condannato per cyber attacchi sia alla Nato, ha dichiarato di aver notato che i due americani stavano introducendo il tema delle elezioni, ma – sentendosi in pericolo – non aveva esitato a chiamare le guardie penitenziarie per farli andar via. Successivamente ha informato Naponiello della vicenda, il quale ha poi riferito tutto ai Pm. Sull’ItalyGate ha detto: “È tutta una grandissima bufala. Un’emerita idiozia ha fatto il giro del mondo: all’inizio sembrava uno scherzo, ma poi tutto è diventato incredibilmente serio”.

La Procura di Napoli, guidata da Gianni Melillo, ha aperto un fascicolo, poi girato ad altri uffici per competenza. La vicenda è sotto esame anche del procuratore di Roma, Michele Prestipino. “Non sappiamo altro – conclude l’avvocato Naponiello – ma il mio assistito si preoccupò per la sua incolumità. Ne parlai anche con i vertici del carcere di Fuorni, mi fu detto che una cosa del genere non sarebbe mai più accaduta”.

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