L’amico Sapelli spiega a Salvini che dice fregnacce

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-02

Era stato indicato come premier del governo gialloverde dal Capitano. Oggi sul Giornale gli spiega cosa ha vinto esattamente alle elezioni europee (spoiler: niente)

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Il professor Giulio Sapelli è il presidente del Consiglio mancato del governo gialloverde: Matteo Salvini lo aveva scelto ai bei tempi e di recente, secondo i giornali, lo ha proposto come premio di consolazione per la Popolare di Bari. Ebbene, è proprio Sapelli stamattina a tirar fuori dal cilindro una bella sveglia per il leader della Lega spiegandogli, in un’intervista rilasciata al Giornale, cosa ha vinto esattamente in Europa, chi sono i suoi collaboratori e perché sarebbe meglio darsi una calmata:

E adesso, dopo queste elezioni? Quella oligarchia si è indebolita come dice Salvini?
«È esattamente il contrario. Da questo punto di vista è andata molto peggio che quello che si potesse sperare».

Perché?
«Andando per ordine: c’è stato il crollo delle socialdemocrazie, a cominciare da quelle francese e tedesca; la tenuta dei Popolari, che però hanno eroso voti alla destra; e a destra c’è stata la tenuta anche del gruppo di Visegrad; poi la vittoria dei Verdi, ma quelli di tipo tedesco, ispirati al neopaganesimo, solo diritti e nessun dovere; e infine un’affermazione dei conservatori, con la loro posizione “ordoliberista” di politica economica, vale a dire il culto ossessivo dell’assenza del debito come condizione necessaria per la crescita economica».

In sintesi, cosa significa?
«Che continueranno le politiche di austerità, peggio di prima, senza debito e senza crescita».

giulio sapelli salvini

Già che c’è Sapelli dà anche una stoccata ai consiglieri del Capitano:

E l’euro? Con l’approvazione dei mini-Bot qualcuno ha risollevato la questione.
«Attaccare l’euro è solo un artificio per far venire la Troika in Italia. A parlarne sono ormai in pochi. Claudio Borghi. Ma con tutto il rispetto, non è un economista».

Leggi anche: Minibot: come il parlamento si avvia allegramente all’uscita dell’Italia dall’euro

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