Santi Cappellani: il deputato M5S che non restituisce i soldi perché ha perso la password di Rousseau

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-01-05

Santi Cappellani, deputato M5S, è in ritardo con le restituzioni perché – sostiene – ha dimenticato la password

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Ieri la ministra dell’Innovazione Paola Pisano ci ha deliziato con le sue convinzioni ritrattate sulla password di Stato. Oggi si scopre che in effetti questa storia delle password potrebbe avere un ruolo anche nelle rendicontazioni del MoVimento 5 Stelle: il Corriere della Sera infatti spiega che Santi Cappellani, deputato M5S, è in ritardo con le restituzioni perché – sostiene – ha dimenticato la password:

«Sto per inviare ora una mail all’audit di tirendiconto.it per spiegare che il mio è solo un inconveniente tecnico»: Santi Cappellani, deputato siciliano, prova a raccontare i motivi del suo ritardo (di un anno) nelle rendicontazioni. «Le restituzioni sono disposto a farle, ma sono tecnicamente impossibilitato», dice. E aggiunge: «Mi sono dimenticato la password, mi era già capitato lo scorso anno e ora non riesco ad accedere alla pagine che servono per caricare i bonifici». Cappellani è uno degli otto «papabili» Cinque Stelle in odore di espulsione.

La riunione del 7 gennaio tra gli organi di garanzia M5S e i capigruppo potrebbe segnare il suo prossimo destino politico. E non solo il suo. I parlamentari si scambiano indiscrezioni e battute sui «super ritardatari». C’è chi ironizza soprattutto su Nicola Acunzo e suoi impegni: il deputato è indietro di dodici mesi nelle restituzioni, ma ha avuto una piccola parte nel film Netflix «I due Papi».

otto eletti m5s espulsione
Gli otto parlamentari M5S a rischio espulsione (Corriere della Sera, 4 gennaio 2019)

I Cinque Stelle nel mirino reagiscono a loro modo. «Non rilascio dichiarazioni», taglia corto Mario Michele Giarrusso. «Sembra che pagare sia l’unico strumento per avere diritto di parola e, in alcuni casi, ottenere ruoli apicali nel M5S», dichiara caustica Flora Frate, che nei giorni scorsi si era schierata in difesa di Lorenzo Fioramonti.

«Aveva senso parlare di“restituzione” fintanto che i soldi andavano al Bilancio dello Stato, a beneficio della collettività, e non ad un conto corrente privato al quale non abbiamo facoltà di accesso diretto e di cui ignoriamo la movimentazione bancaria», dice la deputata all’Adnkronos. Che commenta: «Sento parlare di espulsione, un tema che trovo francamente stucchevole». E conclude: «Sarò ben lieta di fare la mia parte quando avremo un sistema non più discrezionale».

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