Politica
Per Marco Travaglio c’è un complotto dietro la Lega
neXtQuotidiano 15/05/2018
Secondo il direttore del Fatto il Carroccio potrebbe tornare “a cuccia, cioè ad Arcore” e far saltare l’accordo che era a portata di mano
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano ha di nuovo cambiato idea su Matteo Salvini ma vede ancora Berlusconi dietro la Lega. Il direttore del Fatto dice che il leader del Carroccio ha “smesso i panni del Cazzaro Verde, quello che all’opposizione e in campagna elettorale banalizzava i problemi complessi, sparando soluzioni tanto facilone quanto irrealizzabili”. Insomma, una retromarcia rispetto all’editoriale di qualche giorno fa. Ma c’è comunque del marcio in Danimarca, spiega:
Ora che deve mettere nero su bianco il come si fa, il quanto costa e il dove si trovano i soldi, l’epoca delle raffiche da sparafucile è archiviata. Però Salvini ha aggiunto che lui,nel nuovo governo, non rappresenterebbe solo la Lega, ma tutto il centrodestra, la cui unità gli sta molto a cuore. E qui riciccia l’elemento di ambiguità mai chiarito dell’operazione Salvimaio: già è difficile intendersi con Salvini; se però Salvini fa il servitor di due padroni, è inutile sedersi al tavolo.
A che si deve dunque l’improvvisa gelata leghista? Il “riabilitato” e rieleggibile B. ha fatto pervenire a Salvini una di quelle richieste che non si possono rifiutare? Se fosse vero che, nella parte di contratto di governo già concordata, ci sono la legge sul conflitto d’interessi, l’anticorruzione con l’agente sotto copertura, il blocco della prescrizione al rinvio a giudizio, il voto di scambio politico-mafioso, la galera per gli evasori, una Rai sottratta al governo e ai partiti, lo stop alla legge bavaglio sulle intercettazioni e all’inutile e costoso Tav Torino-Lione e una legge nazionale per l’acqua pubblica (il referendum tradito sui beni comuni), oltre all’avvio di tre riforme economico-sociali come la Fornero, il reddito di cittadinanza e la flat tax, non si scappa: B. sarebbe tagliato fuori e passerebbe non solo dall’astensione all’opposizione, ma alla guerra aperta contro l’(ex) alleato. E questo farebbe finalmente chiarezza.
E così, mentre si scopre che l’alleanza tentata con il PD per il M5S era solo un diversivo per il M5S, anche la mossa della Lega potrebbe esserlo:
Perché potrebbero accadere due sole cose. O Salvini ha il coraggio di tirare diritto, rompendo finalmente col Caimano e sostenendo un governo che farebbe riforme importanti e affermerebbe il paradosso di un partito di destra che fa (anche) cose di sinistra. Oppure torna a cuccia, cioè ad Arcore, fa saltare un accordo che fino a domenica sembrava a portata e si assume la responsabilità che finora era riuscito a scaricare sugli altri: quella del fallimento.
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