Salvini e il pericolo Draghi dopo il governo Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-10-26

Il leader leghista teme per davvero e più di ogni altro — ora che il governatore della Bce ha concluso il suo mandato trollando i noeuro — è che una caduta in corsa del premier Giuseppe Conte non porti dritti a elezioni

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L’incubo di Matteo Salvini e del centrodestra che sogna di andare al governo si chiama Mario Draghi. Spiega oggi Carmelo Lopapa su Repubblica che l’unico scenario che il leader leghista teme per davvero e più di ogni altro — ora che il governatore della Bce ha concluso il suo mandato trollando i noeuro — è che una caduta in corsa del premier Giuseppe Conte non porti dritti a elezioni. Ma che per la seconda volta in meno di un anno la legislatura venga riacciuffata per i capelli e il testimone possa passare proprio a “Super Mario”.

Nella Lega tuttavia raccontano che sia stato Giancarlo Giorgetti a spiegare al capo che rischia nuovamente la beffa, che il “Palazzo” anche stavolta difficilmente concederà le urne. L’ex sottosegretario ne ha parlato anche a Genova durante l’evento “Liguria 2020-2025”. Draghi al posto di Conte? «È verosimile per chi gira gli ambienti politici romani, tutti vedono il governo e il premier molto in difficoltà.

Draghi è disoccupato — sintetizza il vicesegretario leghista — e non penso che chieda il reddito di cittadinanza, può darsi che sia disponibile e che qualcuno lo chiami a un ruolo politico». Il riferimento al Quirinale diventa lampante quando aggiunge: «Chi ha deciso di mettere Conte alla presidenza del Consiglio potrebbe anche decidere di mettere al suo posto Draghi». Salvini per ora preferisce pensare che tutto crolli tra 6 mesi, dopo le picconate delle regionali.

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La corsa a governatore dell’Umbria e i risultati alle ultime elezioni (Corriere della Sera, 23 ottobre 2019)

È tanto sicuro di farcela che già domani sera sarà a Perugia a chiusura delle urne. Intanto il piccone continua a usarlo contro il mondo cattolico che prende le distanze da lui: «Sogno un Paese dove i preti fanno Messa e non politica», ha attaccato l’altra notte da Perugia. Il direttore di Civiltà cattolica, padre Antonio Spadaro, in un tweet gli replica a tono: «Ci sono politici che vorrebbero chiudere i preti nelle sagrestie. Non perché amino il culto ma per impedire loro di predicare il Vangelo». Da Narni invece il leghista se l’è presa con il successore al Viminale, Luciana Lamorgese, “rea” di aver ricevuto rappresentanti delle Ong: «Non ho parole. Io sto dalla parte delle forze dell’ordine, mi spiace che qualcuno tifi per gli altri». E poi: «Una volta tornati al governo i confini li sigilliamo».

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