Salvini, ci spieghi cosa ha fatto Bakary contro la sicurezza degli italiani?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-02-21

Il ministro dell’Interno, quello che ogni volta che compare una scritta contro di lui sui muri frigna contro centri sociali e “violenti” vari ha risposto alla mamma del ragazzo senegalese vittima di razzismo a Melegnano dicendole che dovrebbe preoccuparsi di rispettare le richieste di sicurezza e legalità degli italiani. Parola del leader del partito che si è intascato 49 milioni di euro e che è accusato di aver sequestrato 177 persone

article-post

«Io rispetto il dolore di una mamma, abbraccio suo figlio e condanno ogni episodio di razzismo. E la signora rispetti la richiesta di sicurezza e legalità che arriva dagli italiani». Così il Ministro dell’Interno Matteo Salvini ha risposto a Angela Bedoni Paolo Pozzi genitori adottivi di Bakary Dandio un ragazzo di 21 anni di origine senegalese da giorni vittima di insulti razzisti. A Melegnano da giorni compaiono scritte razziste e ingiuriose nei confronti di Bakary e della sua famiglia.

Salvini accusa i genitori di Bakary di non rispettare le richieste degli italiani

Bakary Dandio è arrivato in Italia da orfano 5 anni fa, uno dei tanti “minori non accompagnati” che arrivano a bordo dei barconi. Sul corpo porta ancora i segni delle frustate e delle violenze subite nei campi di detenzione in Libia. Da quando è a Melegnano non ci sono mai stati problemi, ma ultimamente le cose sono cambiate. Prima sono comparse due scritte sull’androne di casa: «Pagate per questi neri di merda» e «Italiani=merda», con tanto di freccia ad indicare l’appartamento della famiglia. Poi un’altra, ancora più minacciosa: «Ammazza al negar», con una svastica, disegnata pure al contrario. Tutto in pochi giorni. La madre del ragazzo ha raccontato che ora il figlio ha paura: «Ne ha già passate tante, non pensavamo potesse accadere una cosa del genere. Il problema non è Melegnano, ma di chi ha trasformato l’immigrazione in un problema. Ora nostro figlio ha paura».

bakary dandio melegnano salvini razzismo - 2

Ieri i genitori di Bakary si erano rivolti direttamente al ministro Salvini chiedendogli di condannare il gesto: «Purtroppo c’è chi, anche tra i politici, ha voluto trasformare l’immigrazione in un problema mettendo in difficoltà tante famiglie come la nostra. Al ministro Salvini chiediamo che condanni quanto avvenuto perché la violenza nasce anche da episodi come questo». La risposta di Salvini non si è fatta attendere, ma non senza dubbio non era quella sperata. Eppure Salvini è quello che ogni volta che sui muri compare una scritta ingiuriosa nei suoi confronti si mette sui social a fare la vittima dell’odio dei sinistri. Era lecito aspettarsi maggiore solidarietà.

Quel malinteso senso del superiore interesse nazionale di Salvini

Certo, il ministro condanna “ogni episodio di razzismo” ma subito dopo ha chiesto alla signora Bedoni di «rispettare la richiesta di sicurezza degli italiani». Una richiesta che – ha proseguito Salvini «io concretizzo da ministro. Bloccare gli scafisti e i loro complici, fermare l’immigrazione clandestina, assumere poliziotti, installare telecamere ed espellere i criminali è semplicemente giustizia, non è razzismo o tantomeno fascismo». Come tutto questo abbia a che fare con il caso particolare e gli insulti e le minacce a Bakary non è chiaro. O meglio: è chiaro che Salvini anche quando condanna il razzismo ne approfitta per continuare a portare acqua al suo mulino.

bakary dandio melegnano salvini razzismo - 1

Salvini è stato chiamato indirettamente in causa perché è indubbio che tra coloro che hanno trasformato l’immigrazione in un problema da combattere ad ogni costo c’è senza dubbio la Lega. Ma in che modo la richiesta della mamma di Bakary non rispetta la richiesta di sicurezza degli italiani? Bakary è forse accusato di qualche reato? È un ladro? Oppure siccome è di origine senegalese deve compartecipare alla responsabilità penale di quei senegalesi – per carità ci saranno pure – che delinquono? Forse Salvini, salvato dal processo per il caso Diciotti con fantasiose giustificazioni riguardanti l’aver “commesso un reato per altri e non per sé” ritiene che in Italia ora la responsabilità penale non sia più individuale. Ma non è così. E il Salvini recalcitrante che condanna ogni razzismo e che si difende da chi lo accusa di essere tra i seminatori d’odio è poi quello che per un malinteso concetto di par condicio accusa una madre, una cittadina italiana, di non avere rispetto per le richieste di sicurezza degli italiani. Ma il ministro dell’Interno – che è ministro di tutti gli italiani – dovrebbe spiegarci in che modo la signora Bedoni, il signor Pozzi e il loro figlio stanno attentando alla sicurezza degli italiani. Bakary è forse un ladro che ha rubato 49 milioni di euro? È per caso un pericoloso sequestratore? La risposta è no. È solo un ragazzo. Salvini invece è solo un ministro, uno dei tanti della storia repubblicana, e il fatto di essere oggi al Viminale non lo autorizza a spaccare il Paese e a metterci gli uni contro gli altri. Checché ne dicano i sostenitori del “preminente interesse nazionale”.

Leggi sull’argomento: Reddito, così Lega e M5S legalizzano la discriminazione di Lodi

Potrebbe interessarti anche