Salvini è al 34,4% ma non dice come eviterà l’Iva al 25,2% (perché non può)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-05-27

Salvini vince le Europee ma le clausole di salvaguardia dell’Iva come le paga? Il vicepremier dopo il voto di domenica dice che ora ha i numeri per andare a cambiare le cose in Europa ma non è vero, perché il gruppo degli euroscettici è in minoranza a Bruxelles e la Commissione ha già mandato una letterina all’Italia

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Matteo Salvini vince le elezioni europee in Italia, ma in Europa il suo gruppo parlamentare non ha i numeri per diventare l’ago della bilancia ed entrare a far parte della maggioranza. E così il rischio è quel 34% preso in Italia non serva a nulla una volta varcate le soglie dell’Europarlamento. Perché come diceva qualche giorno fa Salvini da Lilli Gruberall’opposizione non si riesce a fare molto.

Salvini vuole cambiare tutto in Europa, ma non ha i numeri per farlo

«La Lega è il primo partito in Italia, Marine Le Pen è il primo partito in Francia, Nigel Farage è il primo partito in Regno Unito. È il segno di un’Europa che cambia, si è stufata dell’Europa serva dei poteri forti, delle élite, della finanza, delle multinazionali e quindi da domani il nostro lavoro raddoppia». Così il leader della Lega durante la conferenza stampa di ieri notte continuava a raccontare la favoletta che con la vittoria del suo partito ora il nostro Paese sarebbe andato a chiedere alla Commissione Europea di allentare i vincoli sul patto di stabilità, di poter fare più deficit, di poter sforare il tetto del 3% e tante altre belle cose.

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La realtà delle cose però è diversa. Non solo perché la Commissione Juncker rimarrà in carica fino a novembre ma anche perché al di là del successo di Salvini, Le Pen e Farage (ma i britannici dovranno lasciare l’Europarlamento con la Brexit) i dati sono diversi. Il gruppo parlamentare della Lega a Bruxelles, l’ENF non è la seconda o la terza forza dell’Europarlamento: è la quinta formazione politica. Questo significa che i sovranisti non avranno alcuna possibilità di formare una maggioranza alternativa né di andare in maggioranza.

Dopo due mandati a Bruxelles Salvini non  ha ancora capito come funziona l’Unione Europea

Anche durante la conferenza stampa di oggi Salvini ha detto che la nuova Commissione europea e il nuovo parlamento europeo “saranno amici dell’Italia” perché “è cambiata la geografia in Europa”. Il punto però è che gli alleati e i futuri alleati della Lega non hanno i numeri governare. Secondo Salvini il gruppo parlamentare degli euroscettici dovrebbe avere tra i 100 e i 150 parlamentari, a fronte di 751 seggi disponibili. In che modo possano “avanzare una proposta di governo” non è chiaro.

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E non è nemmeno chiaro come l’esito del voto possa consentire una revisione (in tempi brevi) dei parametri europei. Anche perché altri sovranisti europei, alleati e colleghi di Salvini non hanno alcuna intenzione di allentare i vincoli fiscali europei. Salvini dice che grazie al voto ha un “mandato forte per andare a ricontrattare con la Commissione le politiche sul lavoro, l’agricoltura e l’immigrazione”. Ma intanto una letterina da Bruxelles arriverà, e lo dice proprio il vicepremier: «è in arrivo una lettera della commissione Europea sull’economia del nostro Paese e penso che gli italiani diano mandato a me e al governo di ridiscutere in maniera pacata parametri vecchi e superati».

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Il punto è che la vittoria di ieri, quel 34,4%, può essere speso unicamente a livello nazionale. Nel senso che con la vittoria alle europee Salvini può al massimo cambiare i rapporti di forza all’interno dell’alleanza di governo imponendo una linea diversa, forzando i termini del famoso contratto. Ma quando oggi il ministro dell’Interno dice “bisogna rivedere le politiche per permettere la crescita” non dice come e con quali numeri lo vorrebbe fare. Perché l’Unione Europea è ancora un’istituzione democratica dove si decide a maggioranza. Il “mandato chiaro” di cui parla oggi Salvini è quello che è stato già dato al governo quando ha ottenuto la fiducia in Parlamento un anno fa. E per la verità come non c’era stato un mandato “chiaro” il 4 marzo 2018 anche oggi l’elettore non ha dato un segnale “chiaro” altrimenti Salvini (e il suo gruppo a Bruxelles) avrebbero la maggioranza. Salvini dovrebbe spiegarci però cosa farà da oggi su certi argomenti che stanno davvero a cuore agli italiani. Che farà per le clausole di salvaguardia dell’Iva? Dove troverà i 23 miliardi di euro per evitare un aumento dell’Iva al 25,2%? Dove troveranno i soldi per la Flat Tax? Questo non ce lo può dire la Commissione, ce lo deve il governo.

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