Il grande ritorno di “Willy il Coyote” Salvini in tv

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-03

Ieri il sedicente Capitano della Lega è tornato nel suo ambiente naturale: la televisione. Dopo un anno di fatiche erculee al Viminale Salvini ha potuto suonare in diretta il disco rotto che suona da settimane per spiegare come mai il suo grande piano per far cadere Conte non ha funzionato. Non ci crederete mai: non è colpa sua

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C’è quello a cui piacciono i piani ben riusciti e quello a cui invece non riesce nemmeno di stirarsi le camicie da solo e quando architetta qualcosa finisce invariabilmente fregato. Il primo è il Colonnello John “Hannibal” Smith dell’A-Team, il secondo è il Capitano Matteo “Willy il Coyote” Salvini. Ieri il nostro eroe tutto ruspe e comizi è finalmente tornato nel suo ambiente naturale. Libero dai gravosi impegni del Viminale ha partecipato alla puntata di Quarta Repubblica su Rete 4.

Quella volta che Salvini voleva dimettersi ma nessuno glielo ha lasciato fare

Da un paio di settimane Salvini ha smesso i panni del leader tutto d’un pezzo per indossare quelli del povero salvatore della patria che combatte contro il destino cinico e baro e soprattutto i terribili poteri forti (il Vaticano, l’Unione Europea, Francia, Germania, Soros e chi più ne ha più ne metta). Un disco rotto che suona sempre la stessa canzone. E ieri non ha fatto eccezione quando ha parlato per l’ennesima volta della «sovranità che appartiene al popolo», che però la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione, quindi non in piazza. Ma la parte finale la salta sempre. Così come dimentica di citare l’inizio dell’articolo 1 della Costituzione: l’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.

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«Io ho portato pazienza, processi, minacce e denunce», dice Salvini. Ma processi non ne ha subiti, proprio grazie al salvataggio dell’ex alleato a 5 Stelle. Ed anzi c’era un tempo in cui il nostro lo si doveva tenere fermo, altrimenti sarebbe andato a farsi processare di sua spontanea volontà. Dettagli. Salvini sta già passando al pezzo successivo, quello della lega che «ha rimesso il mandato dei propri ministri nelle mani degli italiani» perché «noi della Lega abbiamo scelto di mettere sette ministeri sul tavolo chiedendo che gli italiani potessero tornare a votare». Non sfuggirà il fatto che i ministri della Lega non si sono ancora dimessi (il Governo rimane in carica per gli affari correnti). È stato Giuseppe Conte ad annunciare le dimissioni, non Salvini e nemmeno altri ministri leghisti. E riguardo al fatto che la Lega voglia andare al voto come spiega il capo del Carroccio le numerose aperture fatte al M5S per riprendere il filo del discorso laddove si era interrotto? Addirittura la Lega ha proposto un nuovo governo gialloverde con Luigi Di Maio Presidente del Consiglio.

Le balle di Salvini su immigrati e Quota 100

E che Salvini sia ancora ministro lo dice lui stesso quando annuncia che «ancora in queste ore sto cercando di bloccare centinaia di sbarchi». Non dice però come lo sta facendo, per caso a mani nude? Perché giusto ieri sono sbarcati a Lampedusa 143 migranti in tre diversi “sbarchi fantasma”. Senza contare i 104 migranti scesi dalla Eleonore dopo il sequestro e i 98 che erano a bordo della Mare Jonio, anche loro tutti a terra sani e salvi. Salvini dovrebbe spiegare come mai non riesca a fermare le partenze e le morti, e soprattutto perché i migranti scesi dalle navi delle ONG restano quasi sempre in Italia invece che essere redistribuiti.

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Ma non c’è tempo per andare nel dettaglio e spiegare le cose. Anche perché nessuno in studio glielo chiede. E c’è da rispettare il cronoprogramma, dopo gli attacchi ai poltronari e a quelli che ci vogliono riempire di immigrati tocca ad un altro cavallo di battaglia leghista: Quota 100. «Chi vorrà toccare Quota 100 per tornare alla Legge Fornero dovrà passare sul mio corpo perché danneggia milioni di lavoratori e pensionati italiani» annuncia Salvini battagliero. Peccato che Nicola Porro non gli abbia chiesto come mai Quota 100 non crea il lavoro che aveva promesso oppure come mai le domande presentate per usufruire della grande legge della Lega risultino essere inferiori del 30% rispetto a quanto previsto. Come domanda di riserva si poteva pure chiedere a Salvini con i contributi di quali lavoratori pensava di pagare le pensioni degli italiani in futuro. Ma tanto lui mica è al governo.

Perché Salvini scappa dalle sue promesse?

Ma Salvini va come un treno. Spiega che se i 5 Stelle non avessero votato per la von der Leyen avremmo avuto la possibilità di eleggere una Commissione che avrebbe allentato i vincoli europei (con quali voti? Quelli dell’esigua pattuglia di sovranisti?). Una volta fatto questo – ammesso e non concesso sia vero si tratta di un processo non immediato come è facile intuire – allora avremmo potuto avere la Flat Tax. A deficit quindi. Ma contro la tassa piatta al 15% remava anche il ministro dell’Economia Giovanni Tria, indicato indovinate un po’ da chi? Proprio dalla Lega.

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Una situazione insostenibile per Salvini che preferisce «scommettere sulla democrazia sul voto degli italiani» che tentare di stare al Governo e dimostrare di non essere in grado di mantenere le promesse. Puoi scappare dal voto per un po’ ma non puoi scappare all’infinito, ripete il Capitano per l’ennesima volta. E nessuno scappa dal voto all’infinito. C’è però chi scappa dalle promesse sulle accise da tagliare o sull’IVA da non aumentare.

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E come mai Salvini in un anno non è riuscito a far approvare l’intesa sull’Autonomia? Forse perché si è accorto che facendola avrebbe perso i voti del Sud? Sembra impossibile che la Lega, che al Governo è riuscita ad ottenere tutto quello che voleva, pure il Sì alla Torino-Lione non sia riuscito a fare altrettanto con l’argomento che sta più a cuore agli elettori del Nord, in particolare di Veneto e Lombardia. È un bel mistero, forse anche quella è colpa dei poteri forti. Salvini però un’ultima promessa ce la vuole fare, e lo fa citando De Andrè che diceva «la mia canzone migliore? Quella che devo ancora scrivere». E chissà che dopo ventisei anni in politica Salvini non riesca a scrivere una canzone nuova, perché cantare per decenni la stessa canzone dopo un po’ stufa anche i fan più appassionati e affezionati.

Leggi sull’argomento: Ops: Rousseau si è già piantato all’apertura del voto sul governo M5S-PD

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