«La riforma delle pensioni? Finanziata con i soldi dei pensionati»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-12-28

Ivan Pedretti, segretario generale dello SPI-CGIL, rilascia oggi un’intervista a La Stampa per raccontare come la riforma delle pensioni targata Lega-M5S

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Ivan Pedretti, segretario generale dello SPI-CGIL, rilascia oggi un’intervista a La Stampa per raccontare come la riforma delle pensioni targata Lega-M5S, rimasta nelle cronache con il nomignolo di Quota 100,  si accontenta un pezzo del mondo del lavoro, ma si discriminano le donne, i lavoratori agricoli, del commercio e dell’edilizia. E la misura viene finanziata togliendo risorse ad altri pensionati, che hanno sempre pagato tasse e contributi, e senza colpire chi evade il Fisco.

Dai vostri calcoli, in tre anni il taglio alla rivalutazione delle pensioni rispetto all’inflazione sottrarrà 3,3 miliardi. Quelli più penalizzati sono i pensionati che ricevono dalle 3 alle 7 volte il minimo. Di che assegni stiamo parlando?
«Tre volte il minimo significa 1.500 euro lordi al mese, ovvero 1.200 euro netti. Fino a 5 volte significa 3.000 euro lordi, ovvero un assegno di 2.400-2.500 netti al mese. Non parliamo di pensioni d’oro: parliamo di pensioni medie, di persone che già sono state impoverite, e lo saranno ancora di più: il blocco della rivalutazione fu introdotto nel 2011 da Monti, e oggi viene ribadito dal governo Lega-Cinque Stelle».

Il governo dice che il taglio è più equo di quello del governo Letta.
«Un pochino. Ma noi con l’accordo del 2016 avevamo riconquistato il meccanismo del 2000 di rivalutazione, più equo. E dunque c’è un netto peggioramento della situazione. Un pensionato perde oggi a causa del blocco della rivalutazione, ma perde anche per il futuro, perché considerando l’aspettativa di vita e l’inflazione vede ridursi il potere d’acquisto della sua pensione».

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I tagli alla rivalutazione delle pensioni (La Stampa, 28 dicembre 2018)

 

Soldi che vengono usati dal governo per fare altre spese.
«Ci usano come un bancomat. Facile fare quota 100 così, togliendo soldi ai pensionati – non poveri, ma comunque con redditi medio-bassi per darli ai pensionati di domani. Le risorse si dovevano prendere altrove, dalle grandi rendite e dall’evasione fiscale. Non so se quei soldi finiranno invece per pagare il reddito di cittadinanza, ma poco conta: si tolgono soldi a cittadini che hanno pagato e pagano le tasse, e si continua a impoverire una fascia a reddito medio-basso».

Leggi sull’argomento: Come spiegare ai vostri genitori grillini il taglio delle pensioni del governo gialloverde

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