«La concessione di Autostrade revocabile senza penali»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-07-01

I tecnici radunati dal ministro Danilo Toninelli sostengono che le carenze di manutenzione a Genova mettono in discussione la sicurezza dell’intera rete. E quindi il governo avrà buona probabilità, anche se non la certezza assoluta, di riuscire a vincere

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La concessione di Autostrade è revocabile senza penali. Le 62 pagine della relazione dei tecnici del ministero delle Infrastrutture giunge a una conclusione che farà molto piacere al ministro Toninelli e non piacerà per niente ad Atlantia e alla Borsa, che ha già incassato le dichiarazioni di Di Maio al riguardo. Spiega oggi Stefano Feltri sul Fatto Quotidiano:

Secondo gli esperti del ministero, l’azienda concessionaria era tenuta a restituirlo integro allo Stato, proprietario dell’in frastruttura, al termine del contratto. Il disastro configura quindi “un grave inadempimento che consente la revoca unilaterale della concessione”, secondo la sintesi filtrata alle agenzie di stampa ieri sera. La soluzione intermedia, cioè la revoca della concessione soltanto nel tratto ligure, non viene però considerata praticabile.

Resta l’arma finale: la revoca della concessione sull’intero territorio nazionale, quella “caducazione”evo cata dal premier Giuseppe Conte all’indomani della tragedia, quasi un anno fa. La revoca significherebbe in pratica distruggere il modello di business di Autostrade e mettere in crisi anche la holding di controllo Atlantia, che fa capo alla famiglia Benetton.

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I numeri di Autostrade (Corriere della Sera, 28 agosto 2018)

I tecnici radunati dal ministro Danilo Toninelli sostengono che le carenze di manutenzione a Genova mettono in discussione la sicurezza dell’intera rete. E quindi il governo avrà buona probabilità, anche se non la certezza assoluta, di riuscire a vincere. Il crollo del ponte Morandi renderebbe infatti nulle o almeno non applicabili le clausole che regolano la rescissione del rapporto tra lo Stato e il concessionario.

In pratica Autostrade potrebbe reclamare soltanto gli investimenti non ancora ammortizzati e quelli realizzati nell’ultimo anno, che il governo farebbe poi pagare all’azienda subentrante, rendendo l’operazione priva di costi aggiuntivi per lo Stato. Non sarebbe quindi applicabile la clausola rescissoria che Autostrade ha più volte detto di essere pronta ainvocare, cioè il pagamento dei 20 miliardi che equivalgono agli utili che la concessione garantisce all’azienda fino al 2038, sulla base di un contratto che ha lasciato praticamente tutto il potere al privato e nessuno allo Stato.

Con la revoca si aprirà un contenzioso giudiziario i cui risultati potremo vedere tra qualche anno. E potrebbero smentire la relazione. In quel caso, però, non pagheranno i tecnici né il ministro. Pagheremo noi.

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