Economia

I revisori dei conti mollano Chiara Appendino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-01-12

Arrivano le dimissioni dei responsabili del bilancio del comune di Torino. Che accusano il consiglio di aver fatto pressioni nei loro confronti. All’ombra del caso Westinghouse

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Il Collegio dei Revisori dei Conti del Comune di Torino ha rassegnato le proprie dimissioni. Nel motivare la decisione, gli esperti contabili parlano di “difficoltà nello scambio di comunicazioni e ostacoli nell’attività di raccordo” tra l’Ente e il Collegio e tra questo e il Consiglio comunale. “L’assenza di collaborazione e le pressioni ricevute – si legge nella lettera di dimissioni – sono state fonte anche di disagi operativi e di incomprensioni”. Le dimissioni sono irrevocabili.

I revisori dei conti mollano Chiara Appendino

Herri Fenoglio, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso lasciano quindi l’incarico dopo il caso Westinghouse che ha portato all’indagine per falso nei confronti della sindaca e dell’assessore Rolando. Il caso venne rivelato qualche mese fa da Repubblica: sotto la lente finirono le email di Paolo Giordana a Paola Tornoni: «Ti pregherei di rifare la nota evidenziando solo le poste per le quali possono essere usati i 19,6 milioni di Westinghouse – scriveva lui a lei il 22 novembre 2016 – Per quanto riguarda il debito con Ream lo escluderei al momento dal ragionamento, in quanto con quel soggetto sono aperti altri tavoli di confronto». Il messaggio dalla posta di Giordana è inviato per conoscenza all’assessore Sergio Rolando e all’indirizzo email personale di Chiara Appendino. Il giorno dopo, alle 11.03,  lei risponde: «Non essendo a conoscenza del fatto che l’amministrazione ha aperto tavoli di confronto con Ream, avevo ritenuto opportuno ricordare a tutti quali fossero gli impegni assunti dall’amministrazione precedente, al fine di non generare elementi di criticità per questa giunta». Il botta e risposta resta per diversi giorni tra Giordana e Tornoni, la quale, nonostante le sollecitazioni del capo di gabinetto, non rinuncia a ribadire quel che secondo lei è giusto fare: indicare nel bilancio di previsione i 5 milioni di debito verso Ream.
chiara appendino westinghouse
Il caso Westinghouse è uno dei tanti che hanno portato il MoVimento 5 Stelle torinese a rimangiarsi le promesse elettorali di fronte alla realtà: Chiara Appendino in campagna elettorale aveva promesso che avrebbe cancellato il progetto messo a punto dalla giunta Fassino, ma poi, una volta eletta, ha confermato l’impegno a investire sull’area dell’ex Caserma Lamarmora, di fronte al Palazzo di Giustizia, dove sorgeranno il nuovo centro congressi della città e un ipermercato della catena Esselunga.

I 5 milioni spariti dal bilancio

L’inchiesta, aperta dal pm Marco Gianoglio, riguarda l’area ex Westinghouse e i 5 milioni di euro che il Comune di Torino avrebbe dovuto restituire a Ream, partecipata della Fondazione Crt che nel 2012 aveva acquisito il diritto di prelazione sull’area. La somma non è stata però versata, né iscritta a bilancio ma considerata come un debito fuori bilancio. Una scelta contestata dalle opposizioni in Consiglio comunale. Il PM ha sentito Anna Tornoni, ex direttrice del settore Finanza che aveva denunciato le pressioni del capo di gabinetto di Chiara Appendino, Paolo Giordana, affinché non iscrivesse il debito da 5 milioni a bilancio. il 20 luglio ha sentito Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino, che dopo aver chiesto la restituzione del debito ha concesso il rinvio della riscossione del credito.

Tornoni, che nel frattempo è stata destinata ad altro incarico, ha confermato agli inquirenti di aver avuto rapporti prevalentemente con Paolo Giordana nella predisposizione dei conti che poi si sarebbero riversati nel bilancio di previsione. Circostanza che è testimoniata anche dalle numerose email già consegnate alla procura con l’esposto del consigliere Alberto Morano. Mentre Quaglia ha raccontato di aver trattato sul tema solo con la sindaca e il suo assessore al Bilancio. Ream, nel 2012, aveva versato la somma a titolo di caparra per esercitare un diritto di prelazione sull’area poi aggiudicata per 19,6 milioni a un’altra società, l’Amteco- Maiora.

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L’area Westinghouse (Repubblica Torino, 10 giugno 2017)

I revisori dei conti in occasione della discussione sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio in consiglio comunale hanno reso pubblica una lettera del presidente dell’organismo di controllo Herri Fenoglio e degli altri due componenti, Maria Maddalena De Finis e Nadia Rosso.

In quella lettera i revisori hanno messo in evidenza quella che per loro era un’incongruità perché nella bozza di delibera da loro visionata c’è scritto che «il collegio si esprimeva con parere favorevole, richiedendo di riconoscere e finanziare nel bilancio preventivo dell’esercizio 2018… il debito di 5 milioni, oltre agli interessi legali nei confronti di Ream». Il collegio invece, ha ripetutamente ribadito di riconoscerlo e finanzialo nel bilancio preventivo 2017. I revisori sostengono di averlo fatto 4 volte il 27 e il 28 aprile.
Poi con due mail inoltrate con posta certificata il 4 e il 5 maggio dove si comunicava all’amministrazione che l’allegato 5/a «mecc 2017 00884/024 è stato erroneamente corretto nel terzo capoverso a pagina 5». L’ultimo parere è arrivato il 24 luglio. Se questa ricostruzione è vera allora la domanda viene spontanea: chi ha modificato quel parere? Le opposizioni da Alberto Morano (Lista civica di centro destra) ad Osvaldo Napoli (Forza Italia) fino a Stefano Lo Russo (Pd) lo hanno chiesto in Consiglio comunale proponendo alla maggioranza Cinquestelle di sospendere la discussione in attesa di chiarire la questione.

A luglio è arrivata la visita della Guardia di Finanza per l’acquisizione dei documenti. Adesso arriva l’addio dei revisori.

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