«Renzi metteva in CIG i dipendenti PD mentre raccoglieva 7 milioni»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-11-30

Il tesoriere Luigi Zanda: « Lui era il capo del Pd e aveva la responsabilità della finanze dem. Invece, da segretario cercava risorse per la sua Fondazione Open, mentre allo stesso tempo, sempre da segretario, metteva in cassa integrazione ben 160 dipendenti del suo partito»

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Luigi Zanda, tesoriere del Partito Democratico e in pessimi rapporti con Matteo Renzi dai tempi in cui il senatore di Scandicci era al governo, oggi su Repubblica va all’attacco del leader di Italia Viva dopo giorni di silenzio da parte di esponenti del PD nei confronti dell’inchiesta sulla Fondazione Open e sul caso della villa di Firenze acquistata con il prestito di Maestrelli.

«Penso che su questo procedimento l’autorità giudiziaria debba fare conoscere le ragioni di tante perquisizioni e di tanti sequestri di telefoni, perché l’opinione pubblica deve essere rassicurata sul fatto che ci siano forti motivazioni per un’azione così imponente».

Ma il Pd chiede spiegazioni all’ex segretario dem?
«C’è una questione di etica politica. Da segretario e da senatore del Pd, Renzi ha raccolto risorse molto rilevanti di 7 o 8 milioni convogliandole alla Fondazione Open che, come lui stesso ha dichiarato, finanziava le sue attività politiche. Come segretario del Pd avrebbe dovuto riflettere sull’evidente situazione di conflitto in cui si trovava».

matteo renzi luigi zanda

Sta dicendo che mentre voi Dem eravate in difficoltà, i renziani avevano un tesoretto?
«La fatica del segretario di un partito deve essere diretta a trovare risorse per il suo partito, come hanno sempre fatto tutti i segretari che hanno preceduto Renzi. Lui era il capo del Pd e aveva la responsabilità della finanze dem. Invece, da segretario cercava risorse per la sua Fondazione Open, mentre allo stesso tempo, sempre da segretario, metteva in cassa integrazione ben 160 dipendenti del suo partito, peraltro al verde per via della campagna per il referendum costituzionale del 2016, costata uno sproposito».

Lei, diventato tesoriere, si è trovato in una situazione difficile?
«Abbiamo dovuto tenere insieme l’assenza di risorse, la cassa integrazione e le esigenze di un partito che svolge un’azione politica importante. L’anno prossimo promuoveremo una campagna per raccogliere fondi chiedendo a iscritti e elettori di darci una mano con aiuti individuali di 2 o 5 euro».

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