Renzi: «Ho distrutto io il M5S»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-03-07

In un’intervista al Corriere l’ex premier parla dei grillini e del padre

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Matteo Renzi oggi rompe il silenzio delle primarie rilasciando un’intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera in cui si attribuisce il merito di aver distrutto il MoVimento 5 Stelle attraverso il no alla trattativa per il governo:

Come spiega allora il forte consenso che ancora ha il governo?
«Sta già passando. Intanto sono esplosi i 5 Stelle. E ne rivendico il merito».

Perché mai? Perché disse che il Pd doveva restare a guardare la nascita del governo mangiando pop corn?
«Non ho mai usato quell’espressione. Ma quando sono andato da Fazio a dire “mai coi 5 Stelle”, l’effetto sul medio periodo è stato la distruzione dei 5 Stelle. Se avessimo fatto quell’alleanza contro natura, l’effetto sarebbe stato la distruzione del Pd e la creazione di un bipolarismo 5 Stelle-Lega. Mi sono preso gli insulti di una parte dei dirigenti che quell’accordo lo volevano; ma il mio impegno ha permesso di salvare il Pd».

L’intervista fa il paio con quella rilasciata qualche giorno fa da Roberta Lombardi, la quale ha raccontato che l’accordo con il Partito Democratico era chiuso ma lo fece saltare proprio Matteo Renzi. Un altro passaggio dell’intervista tocca l’argomento dei suoi genitori:

In attesa delle sentenze, una cosa si può dire: le aziende della sua famiglia hanno triplicato il fatturato mentre lei era a Palazzo Chigi. E in un’intercettazione l’imprenditore D’Agostino dice che non è facile rispondere di no al padre del premier.
«Se mio padre ha sbagliato pagherà. Ma il processo sia sugli atti, non sulle supposizioni. Sia nelle aule, non sui giornali».

Lei avrebbe dovuto dire a suo padre di andare in pensione, di rinunciare agli affari.
«Da quando sono diventato sindaco, mio padre ha smesso di lavorare per strutture pubbliche. Da me non ha avuto nulla. Noi, a differenza della Lega, non abbiamo rubato 49 milioni di euro. A differenza della Casaleggio, non abbiamo incarichi da aziende pubbliche. Non ci sono conflitti di interesse; solo fango. Ci hanno costruito addosso un’immagine di arraffoni; ma se guardiamo i dati reali, dopo aver gestito il potere vero per tre anni, contro di noi non c’è nulla. Tempa rossa per un mese sui giornali e poi tutti archiviati. Giornalate per mesi su banca Etruria; l’archiviazione di papà Boschi finisce a pagina 42. Giornalate sugli appalti Consip; per mio padre la procura di Roma chiede l’archiviazione».

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