L’ideona del referendum sulla TAV

di Luca Conforti

Pubblicato il 2018-12-10

L’ideona originale è di Enrico Mentana ma Matteo Salvini l’ha fatta propria tra ieri e oggi con sempre maggiore entusiasmo: fare un referendum sull’Alta Velocità per lasciar decidere gli elettori. Un referendum che, pare di capire, verrebbe svolto in tutta Italia visto che si tratta di questione di rilevanza nazionale e che non coinvolge soltanto la …

article-post

L’ideona originale è di Enrico Mentana ma Matteo Salvini l’ha fatta propria tra ieri e oggi con sempre maggiore entusiasmo: fare un referendum sull’Alta Velocità per lasciar decidere gli elettori. Un referendum che, pare di capire, verrebbe svolto in tutta Italia visto che si tratta di questione di rilevanza nazionale e che non coinvolge soltanto la Val di Susa. E che rappresenta di certo la soluzione ideale per la Lega e il MoVimento 5 Stelle.

toninelli notav

Perché la Lega e il MoVimento 5 Stelle non hanno evidentemente in mano una soluzione per il problema politico dell’Alta Velocità e del governo (del M5S) che ha promesso lo stop alla TAV. Di più: il Carroccio e i grillini non sono in grado di trovare una soluzione perché nessuno può cedere su una questione-simbolo per entrambi. Ma c’è anche altro: da mesi circolano notizie che vorrebbero l’arrivo di una “soluzione diplomatica” sulla TAV che prevederebbe la cancellazione di alcune opere che riguardano il percorso ma l’ultimazione dello stesso. Un tentativo di fare la TAV all’insaputa dei No TAV ben rappresentato dalle curiose dichiarazioni di Toninelli, che adesso rifiuta l’etichetta di No TAV mentre Beppe Grillo invece conferma che la TAV non si farà.

piano b m5s tav

Insomma, la situazione si sta ingarbugliando parecchio e l’ideona di un referendum sulla TAV pare proprio l’uovo di Colombo per lavarsene le mani alla grande e rifiutarsi di prendere una decisione che scontenterebbe molti da una parte e dall’altra. Il referendum sull’Alta Velocità è l’ennesima paraculata della politica che non ha il coraggio di decidere e si rifugia nel lasciar decidere l’elettore perché non è in grado di effettuare un’analisi dei costi e dei benefici da prendere al di là della convenienza politica nel breve periodo. In effetti, se ci fate caso, non capita mai che qualcuno proponga un referendum per decidere un posto in un consiglio di amministrazione o la guida di una grande azienda pubblica: perché lì bisogna lasciar fare chi ha i suoi da piazzare, è una questione troppo importante. Se sia o non sia strategica un’opera pubblica invece dev’essere invece una sciocchezza di cui i politici non vogliono interessarsi: per questo lasciano decidere i cittadini.

Leggi sull’argomento: La storia di Natale dei razzisti leghisti e mazziati che vi commuoverà

Potrebbe interessarti anche