REM: chi può prendere il reddito di emergenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-29

La soluzione indicata ieri dal ministro dell’Economia Gualtieri prevede l’erogazione ai nuclei familiari che non dispongano di reddito, di pensioni o di altri sussidi. L’importo si dovrebbe aggirare sui 500 euro per ciascuno dei due mesi di erogazione

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IL REM, ovvero il reddito di emergenza promesso dal governo durante l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 e che dovrebbe finalmente vedere la luce nel decreto Aprile, andrà soltanto ai nuclei senza altri sussidi o pensioni. Lo racconta oggi il Messaggero, che spiega come questo sia comunque un nodo ancora da sciogliere sul tavolo del governo:

Anche questa provvisoria definizione indica che l’obiettivo è sostenere coloro che non sono stati toccati finora da altre misure del governo. Dunque non hanno avuto il bonus riservato ai titolari di partita Iva o ad altre limitate categorie come quella dei lavoratori stagionali e – non essendo lavoratori dipendenti (almeno non regolari) – non hanno nemmeno potuto sfruttare la cassa integrazione accordata per le aziende in difficoltà. Per un“paracadute” di questo tipo spingono in particolare – all’interno della maggioranza- il MoVimento 5 Stelle e Leu. Ma c’è naturalmente un problema di risorse economiche, pur all’interno dei 55 miliardi disponibili, ed anche l’esigenza di non sovrapporre questo strumento appunto d’emergenzaad altri come il reddito di cittadinanza.

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Le misure di aprile (Corriere della Sera, 4 aprile 2020)

La soluzione indicata ieri dal ministro dell’Economia Gualtieri prevede l’erogazione ai nuclei familiari che non dispongano di reddito, di pensioni o di altri sussidi. L’importo si dovrebbe aggirare sui 500 euro per ciascuno dei due mesi di erogazione. All’infuori di questo intervento dedicato esplicitamente ai nuclei bisognosi non ci sarebbe un assegno generalizzato per le famiglie con figli, come richiesto invece all’interno della maggioranza da Italia Viva: nelle intenzioni si doveva trattare di una forma di anticipazione dell’assegno unico, progetto all’attenzione del Parlamento e del governo prima dell’esplosione dell’emergenza sanitaria.

Nel decreto sarà incluso l’indennizzo per i lavoratori domestici, colf e badanti che sono stati costretti a diradare o sospendere il proprio lavoro presso le famiglie a causa del virus e in particolare dei rischi connessi agli spostamenti. Per fruirne occorrerà appunto che ci sia stata una sospensione dell’attività lavorativa, con la forma del permesso non retribuito, mentre in caso di effettiva interruzione del rapporto di lavoro (ad esempio per licenziamento) queste persone avrebbero comunque diritto alla Naspi. Nella stessa logica, il beneficio non riguarderà in linea di massima colf e badanti conviventi, che hanno potuto continuare a fornire la prestazione lavorativa.

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