La beffa del reddito di emergenza che arriva a fine emergenza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-21

Ci troviamo di fronte al paradosso per cui il “reddito di emergenza ”sarà probabilmente erogato quando la fase più acuta dell’emergenza sarà passata e i danni pressoché irreparabili

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Marco Palombi sul Fatto Quotidiano scrive oggi che il REM, ovvero il reddito di emergenza promesso dal governo e che prevede un contributo di 500 euro con criteri “immediati” secondo le promesse dell’esecutivo, slitterà a maggio insieme a tutto il decreto Aprile che avrebbe dovuto contenere misure economiche per la popolazione:

Il cosiddetto“decreto aprile” andrà probabilmente ribattezzato “decreto maggio”: “Se va bene diamo il via libera giovedì 30 aprile: così, anche se solo formalmente, ci evitiamo una figuraccia”, spiega una fonte di governo. Sarà davvero una sfida sul filo dei minuti visto che il voto parlamentare sulla modifica dei saldi di bilancio, preliminare all’approvazione di una legge che aumenta il deficit, “credo ci sarà tra il 29 e il 30 aprile”, ha detto ieri il ministro dei Rapporti col Parlamento, Federico D’Incà. Insomma, quel testo finirà comunque in Gazzetta Ufficiale a maggio.

Ovviamente il ritardo del governo è un problema per tutti i soggetti in difficoltà e per il Paese in generale, ma la cosa che vorremmo sottolineare su tutte comporta un danno che sa di beffa e racconta plasticamente quanto poco la realtà sia stata compresa da un pezzo del potere burocratico-politico. Nel prossimo decreto dovrebbero infatti trovare posto i tre miliardi destinati al cosiddetto “reddito di emergenza” per tutti quelli che non hanno ricevuto finora alcun aiuto: un esercito, secondo le stime dello stesso governo, di 3 milioni di persone tra (ex) lavoratori in nero, disoccupati a cui sono scaduti in questi mesi gli strumenti di sostegno al reddito e le decine di altri casi possibili in una società complessa; a questa platea va aggiunta quella di colf e badanti assunte a ore che in questo momento non stanno lavorando (decine di migliaia).

 

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Le misure di aprile (Corriere della Sera, 4 aprile 2020)

Il nome dato al provvedimento, d’altra parte, dovrebbe dire qualcosa anche a chi lo sta scrivendo, ma ci troviamo di fronte al paradosso per cui il “reddito di emergenza ”sarà probabilmente erogato quando la fase più acuta dell’emergenza sarà passata e i danni pressoché irreparabili (come si paga l’affitto dopo due mesi senza entrate e, presumibilmente, senza risparmi in banca?).

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