Il piano segreto del governo e gli 800mila morti di Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-21

Il documento contiene tre scenari per l’Italia, uno dei quali troppo drammatico per essere divulgato senza scatenare il panico tra i cittadini. Per questo il piano è stato secretato

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Andrea Urbani è il direttore generale della programmazione sanitaria all’interno del ministero della Salute. È in prima fila nella lotta contro il Coronavirus SARS-COV-2 e a COVID-19. E a Monica Guerzoni del Corriere della Sera oggi racconta che dal ministero della Salute è uscito a gennaio un «piano nazionale di emergenza» per contrastare l’epidemia. In quelle pagine sono scritti gli orientamenti programmatici che hanno ispirato le scelte del governo. Il documento contiene tre scenari per l’Italia, uno dei quali troppo drammatico per essere divulgato senza scatenare il panico tra i cittadini. Per questo il piano è stato secretato.

«Non c’è stato nessun vuoto decisionale — risponde Andrea Urbani, direttore generale della Programmazione sanitaria—. Già dal 20 gennaio avevamo pronto un piano secretato e quel piano abbiamo seguito. La linea è stata non spaventare la popolazione e lavorare per contenere il contagio». Perché allora la Lombardia è stata aggredita dal virus con tanta violenza? «Si può sempre fare meglio, ma siamo stati investiti da uno tsunami, che ha colpito l’Italia come primo Paese in Europa». Le chiusure sono state tardive? «Con il senno di poi, sarebbe stato meglio un lockdown immediato—riconosce Urbani —. Ma allora c’erano solo i due cittadini cinesi e si è deciso di assumere scelte proporzionate. Attenzione, però. Come ha certificato l’Imperial College, se il governo non avesse adottato le zone rosse e le altre misure di contenimento l’Italia avrebbe avuto tra i 600 mila e gli 800mila morti».

Cifre impressionanti, insostenibili con qualunque sistema sanitario nazionale. Ed è questa tragica previsione che a gennaio ha convinto il ministro Roberto Speranza e il Comitato tecnico scientifico a non divulgare il documento, mettendo però in campo una task force contro il virus. Alla luce di quelle pagine si spiega anche la circolare che la Direzione generale della prevenzione sanitaria inviò il 5 gennaio a Regioni e ministeri: «Oggetto: polmonite da eziologia sconosciuta – Cina». In quelle due pagine, firmate dal direttore dell’Ufficio 5 Prevenzione delle malattie trasmissibili e profilassi internazionale, Francesco Maraglino, si riportano i sintomi clinici dei primi 44 casi di Wuhan: febbre, difficoltà respiratorie e lesioni invasive in entrambi i polmoni. La circolare si conclude con le raccomandazioni dell’Oms, che oggi suonano drammaticamente stonate: «L’Oms raccomanda di evitare qualsiasi restrizione ai viaggi e al commercio con la Cina in base alle informazioni attualmente disponibili su questo evento». Il 30 gennaio, il governo italiano ferma i voli con la Cina.

coronavirus data azzeramento infezioni regione per regione
Coronavirus: le previsioni sulle date di azzeramento delle infezioni regione per regione (Corriere della Sera, 21 aprile 2020)

Intanto il Corriere pubblica anche un’infografica che riepiloga le previsioni sulle date di azzeramento delle infezioni nelle regioni italiane secondo gli esperti dell’Osservatorio nazionale della Salute nelle regioni italiane, coordinato da Walter Ricciardi — direttore dell’Osservatorio e ordinario di Igiene all’Università Cattolica — e da Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell’Osservatorio. In base alle previsioni le prime regioni a liberarsi dal contagio potrebbero essere Basilicata e Umbria il 21 aprile; il Lazio dovrà probabilmente attendere “almeno il 12 maggio”; Veneto e Piemonte il 21 maggio; Emilia Romagna e Toscana non ne usciranno “prima della fine di maggio”, mentre il Sud Italia potrà forse cominciare a vedere la luce “tra fine aprile e inizio maggio”. In Lombardia, in cui si è verificato il primo contagio, non è lecito attendersi l’azzeramento dei nuovi casi prima del 28 giugno, nelle Marche non prima del 27 giugno. Infatti per entrambe le regioni il trend in diminuzione è particolarmente lento”.

CORONAVIRUS STOP CONTAGI REGIONI ITALIANE 1
I numeri del Coronavirus in Italia (La Repubblica, 20 aprile 2020)

Ancora: “la Provincia autonoma di Bolzano dovrebbe avvicinarsi all’azzeramento dei contagi a partire da fine maggio, nonostante il numero di contagi osservati complessivamente è basso in valore assoluto (29 casi il 18 aprile), tuttavia il trend dei nuovi casi sta scendendo con particolare lentezza. Nella regione Lazio dovremmo aspettare almeno il 12 maggio, nel Sud Italia l’azzeramento dei nuovi contagi dovrebbe iniziare ad avvenire tra la fine del mese di aprile e l’inizio di maggio”. In una tabella, l’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane dettaglia regione per regione “la data minima di assenza di nuovi casi di contagio”: Piemonte 21 maggio, Valle d’Aosta 13 maggio, Lombardia 28 giugno, Bolzano 26 maggio, Trento 16 maggio, Veneto 21 maggio, Friuli Venezia Giulia 19 maggio, Liguria 14 maggio, Emilia Romagna 29 maggio, Toscana 30 maggio, Umbria 21 aprile, Marche 27 giugno, Lazio 12 maggio, Abruzzo 7 maggio, Molise 26 aprile, Campania 9 maggio, Puglia 7 maggio, Basilicata 21 aprile, Calabria 1 maggio, Sicilia 30 aprile, Sardegna 29 aprile.

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