Fact checking
La storia della raccolta fondi per cercare i nanometalli nella Vitamina K
Giovanni Drogo 28/12/2017
Un gruppo di Genitori Preoccupati ha raccolto quasi duemila euro per far analizzare cinque fialette di Vitamina K da Stefano Montanari. Lo scopo? Dimostrare che iniettano alluminio nei neonati per contaminarli con nanoparticelle
Da qualche tempo i Genitori Preoccupati™ si arrovellano su un problema assai complicato: se i vaccini sono la causa dell’autismo come è possibile che ci siano bambini autistici che non sono mai stati vaccinati? La risposta più semplice potrebbe essere che i vaccini non sono l’unica causa dell’autismo. Con calma poi si arriverà a capire che i vaccini non sono la causa dell’autismo. Ma questo significherebbe anche ammettere che la scelta di non vaccinare il proprio figlio non serve a proteggerlo dall’autismo. Oppure si può andare alla ricerca di composti nocivi (quando non letali) all’interno di preparati somministrati ai neonati. Da tempo uno dei maggiori indiziati è l’iniezione di Vitamina K che viene fatta subito dopo la nascita.
A cosa serve l’iniezione di Vitamina K ai neonati?
La somministrazione di Vitamina K ha uno scopo ben preciso e serve a scongiurare il pericolo di insorgenza della Malattia Emorragica del Neonato (MEN). La Vitamina K è infatti fondamentale per la coagulazione del sangue e la sua mancanza può favorire la comparsa di emorragie. Durante la gravidanza però il feto non riceve abbastanza Vitamina K e l’allattamento al seno non riesce a supplire ad un eventuale carenza. Per non correre questo rischio allora viene somministrata (tramite iniezione intramuscolare) una dose di Vitamina K che riduce sensibilmente il rischio di di una forma tardiva di emorragia che in genere occorre tra il 1 e il 3 mese. È evidente che di fronte al rischio di un forme emorragiche che in taluni casi possono essere gravissime l’iniezione di Vitamina K può essere davvero utile.
In Italia nei punti nascita viene generalmente utilizzata la Vitamina K sintetica (fitomenadione) che è nota con il come commerciale Konakion ed prodotta dalla casa farmaceutica Roche (e la vendita è autorizzata dall’Agenzia del Farmaco). Sappiamo già che i “free-vax” hanno qualche difficoltà a comprendere il rapporto tra rischi e benefici. A questo aggiungiamo il fatto che nella fialetta di Konakion potrebbe esserci “qualsiasi cosa” e arriviamo così alla raccolta fondi per far analizzare la Vitamina K/Konakion.
Perché analizzare la Vitamina K?
La raccolta è stata promossa da uno degli amministratori del gruppo Facebook Vaccini Puliti. Rimozione dal commercio dei prodotti vaccinali contaminati. Il gruppo è collegato alla pagina Vaccini Puliti e al sito VacciniPuliti.it dove è spiegato che «sono innumerevoli le testimonianze di mamme e papà che ci riportano come sia somministrato a tutti i bambini, pochi secondi dopo la nascita, tramite iniezione il prodotto denominato Konakion». Ed è strano, perché non servono testimonianze per sapere che la Vitamina K viene somministrata.
Ma perché analizzare proprio la Vitamina K? Secondo uno dei promotori dell’iniziativa il sospetto è che contenga alluminio. E come sappiamo la presenza di “nanometalli” nei vaccini è alla base dell’allarme lanciato dai coniugi Gatti&Montanari qualche tempo fa. Poco importa che il loro studio sia stato criticato sia nel metodo che nelle conclusioni. E poco importa che sia possibile trovare tracce di nanoparticelle metalliche nei vaccini e in altri
prodotti farmaceutici semplicemente perché tali particelle si trovano ovunque nell’ambiente.
Il timore dell’organizzatore della petizione è che tramite l’iniezione di Vitamina K ci possa essere una “contaminazione permanente da alluminio che è un metallo neurotossico”. Addirittura è stato aperto un sondaggio Facebook (attendibilità statistica e scientifica pari a zero) per “verificare l’inizio della somministrazione della Vitamina K”.
Cosa ci nascondono? Non è che l’alluminio va al cervello di vostro figlio e poi diventa autistico anche se poi non lo vaccinate? Se così fosse allora la battaglia contro i vaccini sarebbe inutile. Senza contare che non esiste alcuno studio scientifico serio che metta in correlazione una eventuale contaminazione da nanoparticelle e l’insorgere di forme di autismo.
La trepidante attesa dei risultati
La raccolta fondi, iniziata a settembre, è stata un successo. Non si sa bene come, visto che da nessuna parte veniva indicato l’Iban sul quale fare il versamento. A fine ottobre erano già stati raccolti 1000 euro (sui 1830 necessari) per acquistare le fiale di Konakion pagare le analisi che sarebbero state condotte dal laboratorio Nanodiagnostics gestito da Gatti e Montanari.
A inizio dicembre il grande annuncio: Montanari ha 5 fiale di Konakion, e l’analisi può partire.
In nome della trasparenza viene anche pubblicata la fattura emessa dal laboratorio di Montanari. Le analisi però non saranno pronte prima di febbraio 2018. A quanto pare questa sarà una delle ultime analisi condotte da Montanari con il microscopio elettronico del quale gli è concesso l’utilizzo per “una quarantina di volte all’anno” e facendosi 400km alla volta (insomma rientra appena delle spese). Dal 28 febbraio infatti, come ha spiegato Montanari, non potrà più essere utilizzato quel microscopio elettronico, ragion per cui sta raccogliendo circa mezzo milione di euro per acquistarne uno. Nel frattempo, senza aver alcun titolo scientifico né alcun elemento per consigliarlo, l’amministratore del gruppo suggerisce a “tutti i genitori di coscienza” l’astensione precauzionale dalla somministrazione. Ci sono ragioni mediche o scientifiche per poterlo affermare? No.
E anche se le analisi rilevassero la presenza di alluminio cosa dimostrerebbero? Nulla. Servirebbe finanziare uno studio scientifico che dovrebbe dimostrare la correlazione causa effetto e per il dosaggio relativo al contenuto delle fiale di Konakion.
Ma questi sono solo dettagli, semplici argomentazioni scientifiche che nulla possono di fronte al dolore di una madre che pensa al piccolo appena nato “con un ago conficcato nel tenerissimo tallone”.
Nel frattempo chi volesse “ringraziare” i promotori del progetto può fare una donazione su un conto corrente intestato all’amministratore del gruppo. Non si sa mai che un giorno si possa trovare a rispondere di accuse di procurato allarme e altre brutte cose.
E se vi avanza qualche soldo perché non finanziare l’acquisto del microscopio elettronico di Montanari con l’acquisto del DVD di Vaxxed? Un’altra conferma che il movimento “free-vax” è composto da quelli che fino a qualche mese fa nessuno si preoccupava di chiamare “no-vax” o antivaccinisti. Un’ulteriore prova che ci sono persone che credono alla colossale balla della ricerca scientifica di Andrew Wakefield e che consigliano di non far somministrare un farmaco che potrebbe salvare la vita del proprio figlio per paura di un’inesistente contaminazione.