Quota 102: pensioni con 38 anni di contributi e penalizzazione del 3%

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-15

Quota 102 sarà il futuro delle pensioni dal 2022? Il superamento di Quota 100 potrebbe portare a una soluzione inedita: pensioni a 64 anni e 38 di contributi e una penalizzazione del 2 o 3%

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Quota 102 sarà il futuro delle pensioni dal 2022? Domani il primo incontro tra governo e sindacati per discutere il superamento di Quota 100 potrebbe portare a una soluzione inedita: pensioni a 64 anni e 38 di contributi e una penalizzazione del 2 o 3%. Spiega il Messaggero:

Cosa fare? Il governo pensa a varie soluzioni e la preferita consiste nel consentire, dal 2022, a chi lo desidera l’uscita anticipata a 64 anni di età con un mimino di 38 anni di contributi (da qui la denominazione “Quota 102”), accettando un taglio del 2,8-3% del montante retributivo (introdotto nel 1996) per ogni anno che serve per raggiungere quota 67 anni. Vale a dire l’orizzonte ordinario della pensione. Calcoli alla mano, la riforma interesserebbe circa 150 mila persone all’anno (in aggiunta alle 350 mila che normalmente vanno a riposo), che potrebbero così lasciare il lavoro con 3 anni di anticipo rinunciando in media al 5% del trattamento che maturerebbero andando in pensione al raggiungimento degli attuali requisiti di legge. Tale meccanismo, peraltro, potrebbe divenire anche uno strumento da utilizzare insieme agli ammortizzatori nella gestione delle crisi aziendali dei prossimi mesi, soprattutto dopo che sarà stato spento l’attuale stop ai licenziamenti. Quanto costerebbe Quota 102 alle casse dello Stato? La pratica sulla quale si stanno cimentando i tecnici del ministero del Lavoro parla di 8 miliardi di euro.

 

Il costo comunque diminuirebbe negli anni a venire per arrivare a zero nel momento in cui i pensionati si vedranno tagliare la quota dai trattamenti. Oltre a Quota 102 rimane comunque in pista l’opzione Quota 41. Andare in pensione tutti con 41 anni di contributi a prescindere dall’età.

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