La strategia Raggi di Lega-M5S: colpa del governo precedente

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-11-21

L’UE ha bocciato la Manovra e raccomanda l’avvio della procedura d’infrazione per l’Italia. La difesa dell’avvocato del Popolo è fantastica: è tutta colpa del PD che – spiega la ministra Lezzi – ha danneggiato la reputazione del Paese e quindi l’Europa non ci crede più. Vediamo perché è una fake news

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L’Unione Europea ha bocciato la manovra del Popolo del governo Lega-M5S raccomandando l’avvio di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia per deficit eccessivo. La procedura non verrà avviata nell’immediato (ma potrebbe iniziare già entro la fine dell’anno) così come le sanzioni ma il governo del cambiamento guidato dall’avvocato del Popolo Giuseppe Conte ha già pronta una strategia per uscire dall’impasse.

Se la bocciatura è per la manovra del popolo, perché la colpa è dei governi precedenti?

Non si tratta di cambiare la manovra, quello il governo lo esclude anzi conta di spiegare per bene alla Commissione il senso della manovra “al di là dei numerini”. No, l’idea di Conte è un’altra ed è un classico della politica del MoVimento 5 Stelle di governo: è tutta colpa dei governi precedenti. Una strategia che il M5S ha ampiamente utilizzato a Roma con Virginia Raggi negli ultimi due anni e mezzo e che se è riuscita (forse) a placare l’elettorato non ha risolto alcun problema della Capitale. Rispondendo ai cronisti che gli chiedevano un commento sulla bocciatura della manovra del suo governo il presidente del Consiglio ha risposto che «l’Ue parla del debito del 2017, quindi quello del precedente governo».

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Un concetto ribadito anche dal presidente della commissione per le Politiche Ue della Camera (e tesoriere del gruppo M5S a Montecitorio) Sergio Battelli che su Facebook ha scritto che la Commissione UE «ha bocciato la manovra italiana riferendosi, lo ricordo, al debito 2017 del precedente governo». Su Twitter Battelli si sbilancia e addirittura pronostica una bocciatura senza appello da parte del Popolo a maggio alle elezioni europee.

Barbara Lezzi è preoccupata per la cattiva reputazione dell’Italia

La ministra del Sud Barbara Lezzi invece ha le idee molto chiare. Durante un’intervista a Circo Massimo su Radio Capital la ministra ha dichiarato che se l’Europa non è convinta è anche «perché ha una giustificata diffidenza: negli ultimi anni si è promesso di sbloccare l’Italia e di sburocratizzare, cose che non si sono mai fatte. Purtroppo noi scontiamo la cattiva reputazione dei governi precedenti». Secondo l’onorevole Lezzi non serve nemmeno andare a spiegare la manovra a Bruxelles  «è chiaro che la comprendono bene: solo che non ci credono». Ora è davvero ingenuo pensare che la Commissione non creda all’Italia perché abbiamo una brutta reputazione (ma al tempo stesso dei fondamentali economici bellissimi) perché quello che viene messo in dubbio sono “i numerini” della manovra. E sì, potrebbe anche darsi che in Europa qualcuno non ci creda, ma chi è che nel luglio 2018 aveva promesso che l’italia avrebbe rispettato il patto di stabilità? Giuseppe Conte al Consiglio Europeo.

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Ma è vero? Davvero il governo Conte non c’entra e la Commissione non ha deciso di avviare la procedura di infrazione sulla base della legge di bilancio presentata dall’attuale esecutivo? No. È chiaro infatti che sotto la lente della UE c’è la manovra del popolo e non le precedenti manovre. Certo è ovvio che la valutazione della Commissione si basa anche sulla situazione attuale del Paese e quindi di quello che è stato fatto in passato. Ma è la manovra di bilancio del governo gialloverde che complica le cose. Secondo la Commissione che l’Italia non soddisfa il parametro del debito/PIL sia nel 2018 che nel 2019. Questo è molto chiaro anche solo leggendo le prime righe della lettera inviata il 18 ottobre a proposito della legge di bilancio per il 2019. Cosa significa? Che la procedura potrebbe essere attivata quest’anno a causa dei piani fiscali per il prossimo anno in base ai dati dell’anno precedente.

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Ed è vero che ad un certo punto (maggio 2018) la Commissione ha valutato la possibilità di avviare la procedura di infrazione per quanto riguarda il 2017 ma alla fine non l’ha fatto. Non lo ha fatto rinviando la decisione al rapporto di previsione della primavera 2018 che avrebbe potuto far scattare la procedura di infrazione entro novembre. Sono quelle di cui si sta parlando adesso? No, perché la Commissione ha anche la possibilità di raccomandare una sanzione immediata se individua una non conformità particolarmente grave con le regole del patto di stabilità e crescita.Nel frattempo si è insediato il nuovo governo che ha presentato una nuova manovra economica che propone di fare ancora più deficit  e che – nelle valutazioni dell’OCSE in base alle stime di crescita del Paese – potrebbe portare il rapporto deficit/PIL al 2,8% per il 2020.

Leggi sull’argomento: L’UE boccia la Manovra del Popolo, ora la procedura d’infrazione

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