“I decreti di Piantedosi sono illegittimi e incostituzionali”, lo spiega il Presidente emerito della Consulta Flick

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-11-08

Il giurista smonta la narrazione governativa e punta l’occhio di bue sui principi che vanno oltre non solo alla Carta costituzionale, ma anche alle convenzioni internazionali

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Di dubbi intorno alla costituzionalità delle decisioni del governo Meloni in merito agli sbarchi delle persone soccorse dalle navi delle ong erano state sollevati fin dal primo provvedimento che per alcuni giorni aveva obbligato queste imbarcazioni a stazionare fuori dalle acque italiane. E la situazione è diventata ancor più paradossale dopo la scelta – attraverso un decreto interministeriale – di concedere solo ai “più fragili” di metter piede sulla terra ferma. E ora è arrivata anche la conferma da parte di uno dei massimi esperti di diritto, con il Presidente emerito della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick che va contro le decisioni prese da Matteo Piantedosi e gli altri ministri.

Flick contro Piantedosi sul mancato sbarco dei migranti a Catania

I casi Humanity 1 e Geo Barents sono quelli più eclatanti, sintomo di una politica che procede per slogan approvando e attuando decreti che travalicano quel sottile confine della legalità, inseguendo una mera propaganda fatta di promesse elettorali. E così Flick contro Piantedosi, in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, spiega tutti i tasselli errati di quanto deciso dal Viminale, dalla Difesa e dal Ministero della Infrastrutture.

“Lo ritengo contrario alla legge del mare, alle convenzioni internazionali e alla nostra Costituzione […] La vita è sacra e la Costituzione non attribuisce all’autorità pubblica il diritto di distinguere il grado di pericolo e la diversità di posizione tra coloro che rischiano la vita o che comunque verrebbero respinti. L’accoglienza in un porto “sicuro” è il presupposto necessario per verificare se quelle persone possano essere accolte oppure no”.

L’intervento a bordo, quella distinzione tra chi viene giudicato “fragile” e quindi abilitato allo sbarco e chi, invece, è stato costretto a rimanere a bordo dopo esser stato soccorso ed etichettato come “carico residuale” da riportare fuori dalle acque italiane. Il pensiero di Flick contro Piantedosi, dunque, è severissimo. E se a dirlo è il Presidente emerito della Consulta, vuol dire che i principi costituzionali sono stati violati. Perché Flick, oltre alla Costituzione, cita anche la cosiddetta legge del mare (quella che impone un obbligo, non solo morale, di salvataggio di vite umane) e le convenzioni internazionali sui diritti dell’essere umano. Mentre a bordo, per esempio, della Humanity 1, è accaduto qualcosa di contrario all’impianto costituzionale italiano:

“Quando la nave entra nel territorio italiano chi è a bordo è soggetto alla nostra legge. Che non discrimina le condizioni di pericolo in base al sesso, all’età, oppure a un’infermità in atto. Ogni migrante ha alle spalle un viaggio drammatico, forse le torture nei campi libici, e adesso incombe su di lui pure il rischio di essere rimandato indietro”.

Questo dice la Costituzione che, per definizione, non deve andare a inseguire stelle polari annunciate con i megafoni in campagna elettorale. Mentre i decreti del governo Meloni – che continuano a spostare l’attenzione su priorità che non sono tali, come insegnato dal dl contro i rave party – hanno un solo scopo: far apparire l’esecutivo intransigente e in linea con quanto per anni dichiarato. Anche se contrario alla Carta.

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