Tre persone migranti si sono lanciate in mare dalla Geo Barents per raggiungere la terraferma
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2022-11-07
La Geo Barents è la nave di Medici Senza Frontiere ormeggiata a Catania. Alle 215 persone ancora a bordo viene negato lo sbarco
Tre persone migranti ospitate a bordo della Geo Barents, la nave di Medici Senza Frontiere ormeggiata a Catania, si sono tuffati in mare nel tentativo di raggiungere la terraferma.
Le tre persone dopo essersi buttate in acqua hanno nuotato fino a un galleggiante, poi sono stati raggiunti dalle autorità e portati sul molo vicino alla zona dove è ormeggiata la nave di Medici senza frontiere. Secondo quanto riporta TGCOM24 le tre persone sarebbero poi salite di nuovo a bordo. Dalla Geo Barents domenica sono scese 357 persone, cioè bambini, donne incinte e nuclei familiari con minorenni.
Intanto le 215 persone ancora a bordo, alle quali viene vietato attualmente lo sbarco, hanno realizzato dei cartelli da esporre, su alcuni avrebbero scritto “aiutateci” e hanno iniziato a dire in coro “help us”, cioè “aiutateci”.
“Help us” gridano i naufraghi ostaggio del governo. Dalla #GeoBarents si sono tuffati in 3. 2 sono sul molo e non vogliono risalire. L’altro ha detto di essersi lanciato in acqua per aiutare uno dei suoi compagni di viaggio. Dopo averlo accompagnato in banchina è tornato a bordo pic.twitter.com/TN5UUzoU6w
— Giansandro Merli (@GiansandroMerli) November 7, 2022
Allo stesso modo, solo alcune delle persone a bordo della Humanity 1, la nave della ONG SOS Humanity hanno avuto la possibilità di sbarcare, ma 35 persone sono state costrette a rimanere a bordo della nave. Il decreto firmato venerdì sera infatti ha permesso di far scendere solo le donne, bambini e persone che necessitano di cure per le proprie condizioni di salute instabili. Il decreto prevedeva anche che la nave avrebbe dovuto lasciare il porto di Catania con a bordo le 35 persone alle quali è stato vietato lo sbarco, ma il comandante ha deciso di non lasciare il porto e di presentare ricorso al TAR del Lazio.
Proprio questa “selezione” tra persone che avrebbero diritto di scendere dalle navi delle ONG che li hanno soccorsi nel Mar Mediterraneo e chi invece non avrebbe diritto costituisce il nodo del braccio di ferro che va avanti da giorni tra i vari Paesi dell’Unione europea. La Commissione Europea, attraverso una portavoce, ha detto che c’è il «dovere morale e legale di salvare le persone in mare, in base alle leggi internazionali» e ha dimostrato di apprezzare la decisione di far sbarcare le persone in difficoltà in Italia.
(Crediti immagine: @danianodanny1 su Twitter)