La fuga dei risparmiatori italiani finisce in Austria

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-24

I depositi italiani in Austria sono in calo a settembre, eppure molti risparmiatori del Nord-Est si stanno cominciando a recare oltreconfine per portare lì i propri soldi. Al riparo dalle turbolenze italiane e dai rischi di patrimoniale

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Massimo Doris, amministratore delegato di Mediolanum, qualche giorno fa aveva rivelato che i clienti della sua banca si presentano spesso agli sportelli per chiedere di conoscere modi legali per portare i soldi all’estero. Il Gazzettino racconta oggi cosa sta succedendo nel Nord-Est, terra di risparmiatori piuttosto attenti a chi pagherà per la lite tra governo e UE concentrando in particolare l’attenzione su Sillian,  villaggio austriaco di 2.046 abitanti, ai piedi delle Dolomiti di Lienz e a cinque chilometri dal confine italiano.

La fuga dei risparmiatori italiani finisce in Austria

È lì che ha sede la Raiffeisenbank della Val Pusteria, banca regionale autonoma che fa parte dell’omonimo gruppo nazionale e che è l’equivalente transalpino di una cassa rurale. Un istituto talmente sensibile ai capitali nostrani da citare i propri dipendenti italofoni, 7 su un totale di 53, tra i dati-chiave del proprio bilancio: offre consulenza su risparmio e investimenti direttamente in lingua e questo non può che costituire un vantaggio per chi ha necessità di decidere presto e bene cosa fare con i propri soldi. I depositi italiani nelle istituzioni finanziarie monetarie (e non) austriache hanno da tempo abbondantemente superato il miliardo di euro ma da giugno, picco più alto del 2018, a settembre sono calati. 

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I depositi italiani in Austria (Il Gazzettino, 24 ottobre 2018)

Eppure il sessantenne trevigiano che sotto la garanzia dell’anonimato accetta di parlare con Angela Pederiva non si preoccupa della controtendenza: «Non mi fido più dell’attuale sistema italiano. Non mi riferisco all’apparato bancario, ma all’assetto politico. Dopo le elezioni del 4 marzo, ho cominciato a sentire sempre più spesso battute e annunci di questo o quel ministro riguardanti l’addio all’euro e il ritorno alla lira, il che a mio avviso sarebbe disastroso e comporterebbe un drastico ridimensionamento del valore dei miei risparmi, frutto di tanti anni di lavoro». E allora perché proprio in Austria? «Me l’ha consigliato un amico, che si era trovato molto bene e mi ha passato il contatto. Ma fondamentalmente perché quella banca si trova appena cinque chilometri dopo il confine, dunque dalla provincia di Treviso è raggiungibile in un’ora e mezza di macchina o poco più». Bawag Psk, Unicredit Bank Austria, Erste Bank, Tiroler Sparkasse e ora la Raiffeisenbank: la grande fuga degli euro dall’Italia è iniziata. In attesa dell’uscita dall’euro dell’Italia, i gialloverdi al governo si accontenteranno?

Leggi sull’argomento: Chi pagherà per la lite tra governo e UE

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