“Vi racconto cosa ci succederà tra dieci anni se l’università non cambia”

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2018-08-09

Per un politico la virtù maggiore forse non è l’honestà honestà (pur essendo un requisito importantissimo) ma il saper interpretare i tempi. Operare scelte oculate significa non dilapidare soldi dei contribuenti. Purtroppo in Italia le scelte sbagliate sono una costante storica. Abbiamo puntato sui transatlantici invece che sugli aerei per le traversate transoceaniche (le famose navi …

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Per un politico la virtù maggiore forse non è l’honestà honestà (pur essendo un requisito importantissimo) ma il saper interpretare i tempi. Operare scelte oculate significa non dilapidare soldi dei contribuenti. Purtroppo in Italia le scelte sbagliate sono una costante storica. Abbiamo puntato sui transatlantici invece che sugli aerei per le traversate transoceaniche (le famose navi Michelangelo e Raffaello), abbiamo rinunciato all’energia atomica senza una alternativa energetica ragionevole, non abbiamo investito in infrastrutture ferroviarie intasando le strade di TIR, non abbiamo collegamenti umani ai nostri aeroporti ( Leonardo Express e Malpensa Express sono lenti, costosi e scomodi) contribuendo così alla crisi della compagnia di bandiera (poi l’Alitalia ci ha messo tanto di suo, ma questa è un’altra storia), etc etc.

Fare un investimento sbagliato, significa non avere risorse per gli investimenti veramente produttivi. Difendere posti di lavoro obsoleti significa perdere l’opportunità di crearne di nuovi. Abbiamo bisogno di politici visionari capaci di impostare una politica nuova basata sull’investimento delle risorse pubbliche in progetti di lungo respiro che diano un impulso alla crescita sostenibile del Paese. Dove investire? Sicuramente in quei campi dove la tecnologia galoppa. La legge di Malthus sosteneva che le risorse disponibili crescono linearmente. La legge di Moore ha individuato i campi dove il progresso è esponenziale. Ad esempio “La complessità di un microcircuito, misurata tramite il numero di transistori per chip, raddoppia ogni 18 mesi (e quadruplica quindi ogni 3 anni)”. Che significa? Che l’IOT (Internet Of Things) ogni 3 anni quadruplica le sue prestazioni.

Fra dieci anni, ogni nodo della rete avrà una capacità di calcolo notevole e saranno possibili applicazioni oggi inimmaginabili. I Sistemi Esperti e l’Intelligenza Artificiale sono già adesso in grado di battere l’uomo in molti campi, perfino in giochi quali gli scacchi e il go. Fra dieci anni non solo questi sistemi saranno decine di volte più performanti, ma i costi di questi sistemi saranno abbattuti e saranno alla portata di tutti. Probabilmente avremo programmi (se già non esistono) che, tipo gli spiders di Google, andranno a cercare in rete i programmi di cui necessitiamo. Questa visione non è fantascienza ma è futuro molto prossimo. Tutti i lavori concettuali che richiedono ripetitività saranno presto cancellati o ridotti : basta vedere quello che sta succedendo ai posti in banca, considerati dalle nostre madri, la quintessenza del posto sicuro.

Ci sarà sempre più necessità di professionisti che sappiano interagire con l’Internet Globale e il Cloud, la Nuvola di dati che ci avvolgerà come la nebbia nella Londra della prima Rivoluzione Industriale. Tutte le professioni cambieranno: tutti si dovranno avvalere di supporti informatici, tutti dovranno saperli utilizzare e tutti dovranno soprattutto adattarsi a cambiare ogni 18 mesi per non diventare obsoleti. Perfino le Leggi dovranno essere riadattate ai nuovi scenari: se una macchina a guida autonoma ha un incidente, chi deve essere condannato? Il proprietario o l’algoritmo considerato esso stesso un soggetto legale? E come si punisce un algoritmo? Come Hal 9000 in 2001 Odissea nello Spazio? Il Mondo di IO ROBOT si sta avvicinando ma in un modo più simile a quello immaginato in Matrix.

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Altro grande progesso esponenziale, lo stiamo vivendo nell’energia. Abbiamo imparato a produrre energia in modo pulito e stiamo imparando anche a conservarla in modo pulito. I costi dei pannelli solari, delle pompe termiche, dei sistemi solari termodinamici e delle batterie stanno crollando con una progressione ormai analoga alla Legge di Moore. Un nuovo mondo si schiude. Il trasporto del futuro sarà elettrico. Con la guida autonoma non ci sarà bisogno di parcheggiare sotto casa (con una app chiameremo la macchina quando serve, non ci sarà più bisogno di parcheggi e garage a portata di piedi), i taxi senza guidatore soppianteranno i mezzi pubblici di trasporto. Niente più tram, bus e filobus. Forse all’inizio sopravviveranno le metropolitane. Sarà ulteriormente favorito il commercio online: la merce sarà recapitata direttamente all’acquirente. I supermarket e i mall si trasformeranno in show rooms e meeting points (ma già adesso viviamo questa fase).

Collegato all’argomento energia vi è la capacità di raggiungere facilmente temperature di solo qualche frazione di Kelvin. In tale range di temperatura vige la meccanica quantistica e non quella classica (con una miriade di possibili prodotti manifatturieri adesso inimaginabili), ma la ricaduta più immediata sarà l’utilizzo in scala industriale dei superconduttori. Senza la resistenza elettrica, sarà possibile progettare treni a levitazione magnetica che rappresenteranno una alternativa più comoda e meno costosa rispetto al trasporto aereo di media percorrenza (già Cina, Corea del Sud e Germania stanno progettando progetti pilota).

La Medicina si affiderà sempre più a sistemi esperti (molto più efficaci del medico di base) e soprattutto, grazie alla proteomica e alla genomica, le malattie genetiche saranno identificate all’inizio e le medicine saranno personalizzate. Non più cure che statisticamente funzionano ma cure che funzionano esattamente per quel paziente. Certo ciò determinerà molti problemi etici. Se non ci saranno problemi ad accettare cure genetiche per le carie e la miopia, probabilmente ci saranno più resistenze ad accettare richieste tipo capelli biondi e occhi azzurri…Inoltre il passo successivo sarà la manipolazione genetica. La capacità di creare un nuovo essere umano più efficiente sarà una tentazione irresistibile. L’Uomo, secondo me, coglierà per l’ennesima volta il frutto proibito dall’Albero della Conoscenza.

L’umanità del futuro sarà sempre più edonista. Richiederà sempre prodotti più belli (vestiti, gioielli, profumi), case più efficienti, confortevoli e ecosostenibili (la domotica la farà da padrona!) vorrà mangiare e bere meglio (nutrire 12 miliardi di individui richiederà nuove tecnologie da applicare in agricultura, nella zootecnia e nella piscicultura) e viaggiare in posti belli o ricchi di storia (il settore turistico sarà ulteriormente sviluppato). Sicuramente almeno i 3/4 dei posti di lavoro che abbiamo adesso non esisteranno più (soprattutto quelli concettuali di medio-basso livello). Ma si creeranno tantissimi nuovi posti di lavoro, sarà necessario riprogettare le nostre città secondo il paradigma sia dell’ecosostenibilità che della smartcity, saranno necessarie sempre nuove infrastrutture. E’ chiaro che il primo passo per affrontare la società del futuro sarà un investirmento in Capitale Umano e quindi nell’Alta Formazione.

Il Politico dovrebbe avere il coraggio ci capire che questo sistema Universitario è al capolinea. Deve essere cancellata la burocrazia miope che misura la bravura degli insegnanti solo dal numero di paper scientifici (in genere improntati ad uno sterile manierismo) e dalle citazioni (in genere procurate grazie ad un indecente mercato di citazioni reciproche). Per non essere relegati in un ruolo sempre più marginale, non solo si deve investire molto di più, ma soprattutto molto meglio. La popolazione deve ritornare a credere nella Scienza. Altrimenti mentre combatteremo contro le scie chimiche, i vaccini, i treni veloci e i gasdotti, gli altri paesi svilupperanno nuove tecnologie, necessarie per il mondo che verrà, che ci venderanno a caro prezzo condannandoci alla miseria, al sottosviluppo e alla decrescita (in)felice.

*** Vincenzo Vespri è professore di matematica all’Università degli Studi di Firenze

Leggi sull’argomento: I Capitani coraggiosi dell’università italiana

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