PMI: il backbone dell’Italia

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-10-21

In USA, quando ero ancora giovane, collaboravo con un Professore della Northwestern University, ad Evanston, vicino a Chicago. Un giorno di autunno inoltrato partii verso il Wisconsin, lo stato con più di diecimila laghi. Volevo passare un week end a pescare in uno di questi laghi, credo si chiamasse Pelican Lake. Incominciò a nevicare all’improvviso, …

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In USA, quando ero ancora giovane, collaboravo con un Professore della Northwestern University, ad Evanston, vicino a Chicago. Un giorno di autunno inoltrato partii verso il Wisconsin, lo stato con più di diecimila laghi. Volevo passare un week end a pescare in uno di questi laghi, credo si chiamasse Pelican Lake. Incominciò a nevicare all’improvviso, la strada ghiacciò improvvisamente e io finii fuori strada. Per fortuna, poco dopo, passò un camion di taglialegna, che mi aiutarono a rimettere sulla strada la macchina e mi consigliarono di fermarmi fino a che la tempesta non fosse finita. Così presi una camera d’albergo vicino alla villetta di uno di loro. Mangiai con lui delle pork ribs, bevvi una bella birra e lui mi mostrò la sua capanna. Nel backyard di casa sua, c’erano appesi numerosi coyotes che aveva ucciso con il suo rifle. Mentre lo ringraziavo per avermi aiutato, mi disse che nel Nord era naturale aiutare chi era in difficoltà e che loro erano il vero backbone degli USA, mica quei fighetti di Newyorkesi o di Californiani che si davano tante arie ma non valevano niente.

Oggi sono stato a trovare un amico bresciano che ha messo su dal nulla un’azienda che opera nel settore automotive. Figlio di operai, si è inventato una azienda gioiellino di tipo familiare, lavorando sodo e facendo lavorare sodo i suoi figli. Molto impegnato nel sociale. Ad esempio ha finanziato, con i suoi soldi e senza chiedere niente, un istituto tecnico locale e ha aiutato tante persone in difficoltà, ha assunto tante persone anziane che, avendo perso il lavoro, non avrebbero avuto di che vivere fino alla pensione. É profondamente lombardo e profondamente cristiano, tipico esponente della imprenditoria lombarda cristiana. Con una mentalità “contadina” come la poteva avere Papa Giovanni XXIII o Papa Giovanni Paolo II. Ha una PMI che impegna 70 operai. Un fatturato solido. Vanno in esportazione più del 70% dei suoi prodotti. Se l’Italia non è ancora affondata è solo grazie a imprenditori buoni e coraggiosi come lui. Sono loro il vero backbone dell’Italia.

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Mi ha raccontato delle difficoltà che deve affrontare ogni giorno. Per sopravvivere deve aggiornarsi ed investire tantissimo in ricerca e sviluppo. Ma non è facile per una PMI. Ha provato in Europa, ma per avere successo non basta avere buone idee, ma devi avere consulenti giusti, che ti facciano partecipare al bando giusto e che scrivano bene il bando. Lui ci ha provato, prende in genere buoni voti, che non sono però sufficienti. Alla fine a Brussels finanziano PMI tedesche, che saranno pure molto meno innovative ma sono molto più aiutate dallo stato a scrivere “bene” il progetto in perfetto burocratichese brusselliano. Inoltre adesso la moda è l’ambiente e l’effimero, l’innovazione da finanziare è solo quella “disruptive” (qualunque cosa questo significhi) per cui le aziende manifatturiere piccole e solide non trovano molto spazio nei progetti di ricerca europei. Non è che in Italia la situazione cambi. Il MISE fa bandi troppo grandi e generalmente solo diretti al Sud. Una PMI lombarda è lasciata sola. Il mio amico ha un cuore di leone, lotta fino in fondo e passa il weekend a combattere per sé e per i suoi operai. Operai che vede più come una sua famiglia allargata che come sottoposti. Sarà una visione padronale paternalistica ma la preferisco di gran lunga ai top manager yuppies che mandano in miseria i suoi sottoposti e scappano con la cassa.

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Sarò fiducioso del futuro del mio Paese, quando vedrò i politici occuparsi di queste aziende, quando li vedrò aiutarle a rinnovarsi e a rimanere competitive, quando vedrò finanziare i loro programmi di sviluppo industriale basati sulla loro esperienza, sulla loro voglia di lavorare, sui loro brevetti. Ma all’orizzonte, purtroppo, non si vede niente di questo…. Si vede solo sterile ideologia, molto fumo e zero arrosto.

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