Pier Luigi Boschi di nuovo indagato per Banca Etruria

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-04

Un nuovo filone d’indagine che riguarda i bond dell’istituto aretino e il prospetto giudicato lacunoso da Consob. Il procuratore di Arezzo non ne aveva parlato nell’audizione in Commissione Banche

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Falso in prospetto e ricorso abusivo al credito. Un nuovo filone d’indagine sul dissesto di Banca Etruria, che riguarda i bond del 2013, vede indagati tutti i componenti del consiglio di amministrazione dell’istituto aretino, a partire dal presidente Giuseppe Fornasari oltre al collegio sindacale in carica dal 2011 al 2014. E quindi anche Pier Luigi Boschi, padre della sottosegretaria alla presidenza del Consiglio Maria Elena Boschi.

Pier Luigi Boschi di nuovo indagato per Banca Etruria

La CONSOB ha contestato la violazione dell’articolo 114 del Testo unico della finanza sulle comunicazioni al pubblico e dell’articolo 94 che prevede che i prospetti informativi forniscano «in forma facilmente analizzabile e comprensibile», è scritto nella delibera Consob, tutte le informazioni «necessarie affinché gli investitori possano pervenire ad un fondato giudizio» sulla situazione patrimoniale, finanziaria e le prospettive dell’emittente. Tra maggio 2012 e dicembre 2013, quando venne emesso l’ultimo bond, le emissioni pagavano rendimenti di poco superiori o addirittura inferiori al rendimento del BTP, ovvero a un investimento praticamente privo di rischi che quindi un risparmiatore avrebbe potuto giustamente privilegiare invece di acquistare l’obbligazione di Etruria. Su queste sanzioni pende un ricorso presso la Corte d’Appello di Firenze.

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La prima pagina de La Verità di domenica 3 dicembre 2017

Ma c’è anche una polemica politica perché la nuova guerra tra Partito Democratico e Bankitalia scatenata in commissione banche si è basata sul procuratore della Repubblica di Arezzo e sulla sua testimonianza, in cui puntava il dito su Bankitalia per la vicenda della fusione con Banca Popolare di Vicenza e spiegava perché aveva chiesto l’archiviazione per papà Boschi in un’altra vicenda, senza però fare cenno a questa indagine. Anzi, nella parte secretata della sua testimonianza Rossi aveva parlato di un’inchiesta su Bankitalia, che stava per mandare per competenza a Roma, sempre riguardo BPVI, ma non dell’inchiesta su papà Boschi.

Un pm nel mirino

La vicenda sarebbe curiosa già così ma nel frattempo c’è stato spazio anche per l’entrata a gamba tesa della politica. Nel corso del dibattito conclusivo della due giorni organizzata a Modena da `Idea` per festeggiare il primo anniversario della vittoria del No al referendum costituzionale, con Maurizio Belpietro e Gaetano Quagliariello, il senatore Andrea Augello, componente della Commissione parlamentare di inchiesta sulle banche, ha annunciato di aver “inoltrato al presidente Casini, preannunciandogliela telefonicamente, una formale richiesta affinché venga accertata l`esistenza di un filone di indagine sulla denuncia della Consob riguardo alle falsificazioni dell`ultimo prospetto per l`emissione di obbligazioni subordinate di Banca Etruria” “Se così fosse – ha affermato Augello – ovviamente sarebbero in questo momento indagati i componenti del cda che deliberarono su quel prospetto, e di tutto ciò il procuratore di Arezzo Roberto Rossi non avrebbe ritenuto di informare la Commissione. Casini dovrà accertare queste circostanze e qualora fossero confermate Augello ha già preannunciato la sua volontà di proporre alla Commissione “di trasmettere l`audizione del dottor Rossi al Csm affinché – ha concluso – ne sanzioni il comportamento reticente e omissivo davanti al Parlamento italiano”.

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La lettera di Ignazio Visco al presidente del CdA di Banca Etruria (Corriere della Sera, 20 ottobre 2017)

Secondo quanto appreso, l’apertura del fascicolo sarebbe scaturita dalle sanzioni comminate dalla Consob agli ex amministratori di Banca Etruria nel settembre scorso, per complessivi 2,76 milioni di euro. E riguarda il periodo 2012-2014, incentrato proprio sulle violazioni riscontrare nei prospetti informativi. La procura, sempre secondo quanto appreso, starebbe dunque valutando i profili penali relativi alle norme che puniscono il falso in prospetto e il ricorso abusivo al credito.

Leggi sull’argomento: L’eterna lotta tra Visco e Renzi

 

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