Il piano dell’AMA per un impianto di rifiuti (ad Ostia)

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-09-25

Il Messaggero: la municipalizzata chiederà l’autorizzazione per dotarsi di un nuovo tritovagliatore mobile per trattare 800 tonnellate di rifiuti al giorno. Non è stato stabilito ancora il luogo dove costruirlo, ma Ama guarda a strutture di sua pertinenza come Ostia

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C’è stato un tempo in cui Giuliana Di Pillo, presidente del X Municipio, e il consigliere M5S eletto a Ostia Paolo Ferrara ci spiegavano che il tritovagliatore mobile dell’AMA non sarebbe mai andato a Ostia. Poi il tritovagliatore andò ad Ostia. Oggi l’AMA a guida grillina, contro l’emergenza rifiuti continua a Roma, progetta un nuovo impianto di rifiuti. E tra i luoghi deputati c’è Ostia. Spiega il Messaggero:

Il“minipiano” integrativo,come lo chiamano in via Calderon de la Barca, è un insieme di misure e di richieste al Comune e alla Regione, che potrebbero creare non pochi imbarazzi negli enti competenti. In primo luogo c’è la richiesta alla giunta Zingaretti di prorogare la chiusura definitiva della discarica di Colle Fagiolara a Colleferro, dove Amazon si sarebbe detta disposta ad aprire un suo centro logistico. Da Ama si fa notare che senza questo impianto, dove si conferiscono oltre mille tonnellate al giorno, «il Lazio si ritroverebbe senza più una vera discarica».

I luoghi per il nuovo tritovagliatore progettato da Virginia Raggi (Il Messaggero, 25 luglio 2019)

Ma dalla Pisana l’assessore all’Ambiente, Massimiliano Valeriani, già replica che «Colleferro il 31 dicembre si chiude, anche perché è satura. Spero invece che nel piano dell’azienda ci siano tutti quegli impianti che ora a Roma mancano». Proprio sul fronte degli impianti, la municipalizzata guidata da Luisa Melara chiederà al Comune e alla Regione l’autorizzazione per dotarsi di un nuovo tritovagliatore mobile, che vista la potenza (800 tonnellate di rifiuti trattati al giorno), ricorda più un Tmb. Non è stato stabilito ancora il luogo dove costruirlo, ma Ama guarda a strutture di sua pertinenza come Ostia (dove c’è già un tritovagliatore che non supera di fatto le 150 tonnellate lavorate al giorno) oppure Ponte Malnome».

Ponte Malnome avrebbe dovuto chiudere a giugno secondo la promessa di Virginia Raggi. Non ha chiuso.

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