Perché Christine Lagarde ha affossato l’Italia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-03-13

Perché Lagarde ha deciso di muoversi con la grazia di un elefante in una cristalleria di fronte all’emergenza Coronavirus e alla crisi dello spread. C’è chi dice che per trovare una spiegazione per le parole che hanno fatto irritare persino Mattarella bisogna guardare alla Germania

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Christine Lagarde ha parlato e ha dimostrato che il silenzio è d’oro. L’erede di Mario Draghi sullo scranno più alto della Banca Centrale Europea, alla sua prima vera emergenza (il Coronavirus), ha subito dato una pessima dimostrazione delle sue capacità, con la sua frase sui compiti di Francoforte riguardo lo spread che ha fatto crollare le Borse e impennare il differenziale tra BTP e Bund proprio quando ci si aspettava la solidarietà europea. E il tutto accade mentre la crisi attuale del differenziale rischia già di costarci due miliardi di euro.

Perché Christine Lagarde ha affossato l’Italia

“Non siamo qui per chiudere gli spread, ci sono altri strumenti e altri attori per questi problemi”, ha detto la Lagarde. Tradotto: non guardate alla Bce per la soluzione di questa crisi, non è compito nostro. Ovvero l’esatto contrario dell’assunzione di responsabilità di Mario Draghi con il Whatever it takes che ha reso da un giorno all’altro inutile la speculazione sullo spread. Riuscendo, spiega oggi Stefano Feltri sul Fatto, nel capolavoro di trasformare un dramma sanitario in una nuova crisi finanziaria. E cercando di correggere solo dopo qualche ora in una intervista con la tv CNBC (“sono determinata a evitare la frammentazione della zona euro”). Quando ormai è troppo tardi.

“CHIUDERE GLI SPREAD” significa ridurre le differenze tra quanto spendono due diversi Stati della zona euro per finanziarsi sul mercato, cioè per il debito che serve e servirà a finanziare le misure straordinarie di sostegno all’econo mia contro gli effetti del coronavirus. In teoria dentro la moneta unica tutti dovrebbero pagare lo stesso tasso di interesse, visto che ci si indebita tutti in euro. Ma negli ultimi anni, dopo la crisi della Grecia nel 2009, le differenze sono aumentate perché i mercati hanno iniziato a dare un prezzo al rischio che i Paesi più fragili possano uscire dall’euro. La Lagarde scarica la responsabilità sull’Eurogruppo, il coordinamento deim inistri delle Finanze dei Paesi della moneta unica, e la Commissione europea.

christine lagarde borse

Il problema è che queste due istituzioni possono solo concedere all’Italia e agli altri Paesi che hanno bisogno di fondi di emettere più debito di quello consentito dalle regole europee senza rischiare sanzioni. Ma il debito viene emesso a condizioni di mercato, ai tassi richiesti dai creditori. E le condizioni di mercato sono influenzate da quello che fa eche dice la Bce. Le parole della Lagarde hanno avuto l’effetto immediato di peggiorare le condizioni di mercato: in pochi minuti la differenza tra il rendimento richiesto dal mercato ai titoli italiani a dieci anni e quello per i titoli tedeschi passa da 202 a 260 punti, prima di ridursi un po’.

È una frase che segna un cambio di passo. Certo, di quella promessa di Draghi che nel 2012 cambiò il corso della crisi finanziaria, resta in piedi la sostanza dell’Omt: il vero ‘scudo anti-spread’ ancor prima del quantitative easing. Forte di questa rete di salvataggio, con un’espansione record del proprio bilancio, con tassi a minimi record e ben più bassi che negli Usa, la francese alla guida della Bce punta – come accaduto oggi – a decisioni più unanimi nel Consiglio. Giunta sull’onda lunga dell’iperattivismo delle banche centrali dopo la grande crisi, il suo compito era anche quello di ‘rimettere la palla al centro’: fare della Bce una banca centrale che fa la banca centrale, anziché il baluardo delle sorti economiche d’Europa. In fondo la politica monetaria oltre un certo punto non può andare, le sue armi si mostrano spuntate. Soddisfare di volta in volta gli appetiti sempre più elevati dei mercati comporta rischi, senza necessariamente aiutare l’economia reale. La scommessa di Lagarde, il segno che vuol lasciare la sua presidenza – e qui viene in aiuto la passata esperienza alla guida del Fondo monetario internazionale – è in definitiva quella di costringere i governi europei all’azione.

L’ombra della Germania dietro le frasi di Lagarde

Ma perché Lagarde ha deciso di muoversi con la grazia di un elefante in una cristalleria di fronte all’emergenza Coronavirus e alla crisi dello spread. Federico Fubini sul Corriere della Sera oggi dice che per trovare una spiegazione per le parole che hanno fatto irritare persino Mattarella bisogna guardare alla Germania:

Se ieri Lagarde ha sfilato quella pietra di volta dell’intera architettura con apparente noncuranza, è perché non erano parole sue. Era una frase di Isabel Schnabel, la tedesca nel comitato della Bce. Quando l’aveva pronunciata Schnabel pochi se n’erano accorti. Lagarde si sarà sentita libera di ripeterla, senza capire che il suo peso è diverso. L’aspetto più rivelatorio di questa «gaffe» di Lagarde non è dunque l’apparente impreparazione, ma i punti di riferimento della francese.

christine lagarde ombra germania

Ieri è iniziato a trasparire che oggi sono quelle dei tedeschi, soprattutto il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, le voci più influenti al vertici della Bce. E non è difficile vedere come per la Germania — ma non solo — la profonda recessione inflitta dall’epidemia, con il balzo del debito pubblico che già s’intuisce, possono diventare il momento nel quale l’Italia deve chiedere un salvataggio al resto d’Europa. L’intenzione di Lagarde Ieri non era avvicinare quel momento. Ma nel ripetere le parole di Schnabel, la francese ha lasciato capire quale Paese è il suo riferimento a Francoforte.

Ecco quindi che passata la paura dello spread (e passata anche una personalità come quella di Mario Draghi, diplomatico dal pugno di ferro nel guanto di velluto), la differenza con l’atteggiamento di Lagarde traspare. Ovvero si torna alla BCE matrigna che è diretta emanazione della Germania, come spesso – ironia nazionalista della sorte – a presiedere Francoforte è un francese. Si tratta di un errore politico che dà fiato ai sovranismi e servirà a peggiorare la situazione anche in Germania, quando i tedeschi se ne accorgeranno, visto che dalle loro parti c’è chi è all’opposizione di Angela Merkel e non aspetta altro. Le ragioni di questo errore però le pagheremo tutti. Anche i morti.

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