Senza Savona è a rischio anche Conte

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-05-25

La Lega insiste: o il professore o niente. E minaccia di voler ridiscutere l’intero accordo. L’avvocato “del popolo italiano” al Colle sabato o domenica. Ma la mediazione non si trova e nessuno cede

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Paolo Savona o niente. Mentre Matteo Salvini lascia Roma e sfuma la possibilità che oggi pomeriggio Giuseppe Conte salga al Quirinale per la lista dei ministri (anche se Mattarella aveva cancellato un incontro pubblico previsto per il pomeriggio) la Trattativa Stato-Lega-M5S sul nome del ministro dell’Economia prosegue. O meglio: prosegue il braccio di ferro tra la Lega e il Colle, con il MoVimento 5 Stelle nel ruolo che nessuno si sarebbe mai aspettato: quello del paciere.

Paolo Savona o morte

Finora con scarsi risultati. Intanto si registra l’indisponibilità di Giancarlo Giorgetti ad andare a via XX Settembre (al posto di Savona) e Vincenzo Spadafora, braccio destro di Di Maio, annuncia che non sarà ministro, il nome dell’economista resiste nella lista che Conte andrà a presentare nel week end al Colle e visto che nel frattempo il leader del Carroccio ha lasciato la città si preannuncia il primo braccio di ferro istituzionale della legislatura. Il nome è quello, non ce ne sono altri sul tavolo. La parola passa ora al Colle. Se non si sblocca questo nodo non c’è nessuna lista. E anche il tema dei tempi ovviamente diventa di secondo piano, è la posizione della Lega riportata nelle agenzie di stampa.

Insomma, se non sarà Paolo Savona ad andare in via XX Settembre, ragionano dalle parti del Carroccio, dovrà ripartire la discussione sull’intero assetto del governo. Lo stesso Savona, parlando con i giornalisti di Agorà a Villa Borghese, ha confermato di pensare che ci siano dei veti sul suo nome, mentre in una lettera al Sole 24 Ore ha confermato che le sue dimissioni dal fondo Euklid sono dovute proprio alla proposta di andare in via XX Settembre.

Senza Savona è a rischio anche Conte

Più diplomatico che mai, Salvini lasciando Montecitorio ha anche detto che su Savona e sugli altri nomi “decide Conte”, attribuendo così una responsabilità non da poco al presidente del Consiglio appena incaricato ma forse anche sottintendendo che in caso di diniego sul nome di Conte anche il suo posto è a rischio. Simul stabunt, simul cadent, insomma, al contrario di quello che sembrava trasparire dal Quirinale un paio di giorni fa.

A quanto pare dopo due giorni di trattative sottotraccia la situazione è sempre la stessa. A questo punto Giuseppe Conte, che si trova davanti alla prima grande sfida politica della sua carriera appena sbocciata, visto che dovrà decidere (“Decide Conte“, appunto) se rischiare di andare al Colle con il rischio di aprire il primo scontro istituzionale con il Quirinale oppure prendersi un po’ di tempo per la mediazione con il Carroccio. In altre occasioni la Lega ha raramente tenuto duro su una sua posizione, ma all’epoca era guidata da altri e aveva davanti un partner diverso da Di Maio. Salvini ha d’altro canto molto da guadagnare, elettoralmente parlando, dal tenere duro sul nome di Savona: anche per una questione di concorrenza con l’alleato. Il M5S ha invece molto da perdere (il governo, ad esempio) se apre uno scontro con Salvini. Ma anche con il Quirinale.

EDIT: Giuseppe Conte è al Quirinale per un colloquio informale con Mattarella. Lo scrive Marco Di Fonzo, giornalista di SkyTg24.

giuseppe conte quirinale

In copertina: immagine da The Economist

Leggi sull’argomento: Come Paolo Savona ha cambiato idea sull’euro

 

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