Paolo Pirino, Valerio Del Grosso e la trattativa per l’acquisto di droga dietro l’omicidio di Luca Sacchi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-10-25

Vacilla la tesi dello scippo finito in tragedia e prende corpo l’ipotesi degli investigatori che seguono la pista di un acquisto di droga finito male quando i presunti spacciatori hanno tentato di impossessarsi dei soldi senza cedere la sostanza stupefacente

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A meno di due giorni dall’aggressione a Luca Sacchi inizia ad emergere una diversa versione dei fatti che nella sera tra il 23 e il 24 ottobre hanno portato alla morte del personal trainer romano. La tesi dello scippo ai danni della fidanzata di Sacchi – Anastasia – finito male perché Luca è intervenuto per bloccare i due malviventi con il passare delle ore diventa sempre meno credibile. Il primo dettaglio “stonato” è stato quello della Smart che secondo diversi testimoni ha seguito la coppia prima di entrare in azione e a bordo della quale gli aggressori si sono dati alla fuga.

L’ipotesi della compravendita di droga andata male

Anche la reazione dei due rapinatori, il colpo alla testa sparato a Luca, sembra spropositata anche visto e considerato il “bottino”: secondo la ragazza nello zainetto c’erano poche decine di euro, la trousse dei trucchi e nemmeno il cellulare. Non sembra nemmeno credibile l’idea dello scippo in auto, visto che in genere questo genere di crimini viene commesso a bordo di uno scooter o a piedi. Le cose hanno iniziato a cambiare questa mattina. Nella notte la mamma e il fratello di uno dei due ragazzi arrestati per l’omicidio si sono presentati al commissariato per denunciare i loro sospetti dicendo che il figlio (che era al momento irrintracciabile) aveva fatto “una cazzata”.

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Paolo Pirino, uno dei due fermati per l’omicidio di Luca Sacchi

I due presunti responsabili  Valerio Del Grosso e Paolo Pirino sono entrambi quartiere di San Basilio sono due ragazzi di 20 e 21 anni, che a quanto pare non erano sotto l’effetto di droghe al momento del fermo. Uno dei due si trovava a casa della fidanzata quando è stato rintracciato. I due – che hanno entrambi dei precedenti – sono stati portati in questura questa e si sarebbero avvalsi della facoltà di non rispondere.

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L’ipotesi degli investigatori è che Luca Sacchi e la sua fidanzata stessero cercando di acquistare della droga la sera dell’omicidio. Forse dell’hashish, non è chiaro. La coppia avrebbe così avvicinato i due presunti responsabili per acquistare gli stupefacenti mostrando il denaro all’interno dello zainetto. Non si sa al momento quanto denaro ci fosse né quanta droga i due fidanzati intendessero acquistare. A quel punto i due ventenni si sarebbero allontanati, dicendo che andavano a recuperare la droga. Quando sono tornati però hanno tentato di agguantare lo zainetto per rapinare Anastasia in modo da prendere i soldi senza dover vendere la droga. Solo a quel punto Luca ha reagito per fermarli e difendere la fidanzata e uno dei due ha estratto l’arma (pare un revolver calibro 38) facendo fuoco verso il ragazzo. Secondo questa ricostruzione quindi i due fermati non sono passati davanti al pub John Cabot in via Mommsen per caso, ma per un motivo ben preciso, né a questo punto l’unica ragione per giustificare la presenza di Sacchi sul luogo del delitto sarebbe quella fornita dal padre della vittima che ha dichiarato che Luca era al pub «per salutare il fratello, Federico» di 19 anni.

Perché lo spaccio di droga a Roma è la normalità?

Mentre Salvini si dedica nella nobile arte dello sciacallaggio e i sovranisti impazziscono a causa di alcuni vecchi post di Luca Sacchi in sostegno alla Meloni e a Salvini c’è qualche politico che prova a dare una lettura socioantropologica dei casi di cronaca nera romana. Episodi che sempre più spesso hanno a che fare con lo spaccio di droga come l’omicidio di Desiree Mariottini e quello del carabiniere Mario Cerciello Rega. Secondo l’assessore del III Municipio Christian Raimo si muore non per mano della criminalità organizzata ma per colpa di piccoli spacciatori che «spacciano dalle loro camerette».

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Dall’altra parte ci sono i palazzinari, che comprano interi quartieri ristrutturandoli per i turisti e rendendoli sempre più inospitali per gli abitanti. Quello che manca non sono le politiche della sicurezza ma quelle che rendono la città abitabile dai suoi cittadini e non solamente per il turismo di massa.

EDIT: “La droga? Non centra niente. Luca era lì per guardare il fratellino piccolo che si trovava nel pub”. A parlare ai microfoni del Tg1 è Anastasia Kylemnyk, la fidanzata di Luca Sacchi, il giovane ucciso ieri a Roma da due ventenni arrestati che oggi sono stati arrestati. “Luca non ha mai incontrato gli spacciatori – ha aggiunto Anastasia -. Non ho visto e sentito nulla. Ho sentito solo la voce di un ragazzo romano e giovane. Mi ha detto ‘dammi sto zaino’. E Luca mi ha protetto come ha sempre fatto: l’ha messo a terra e forse per questo si sono spaventati”.

EDIT 2: La famiglia di Luca Sacchi smentisce le voci secondo cui il ragazzo ucciso a Roma potesse fare uso di droga. “Prima di donare gli organi, come è stato scelto dalla famiglia – spiega il legale Domenico Pavone -l’ospedale ha effettuato tutti gli accertamenti clinici e tossicologici, che hanno dato esito negati e dunque si è proceduto all’espianto”. “Luca era un atleta, naturista e salutista – aggiunge il legale per voce dei genitori del ragazzo – e non usava nulla che potesse danneggiare il suo equilibrio sia nell’animo che nel corpo”. La famiglia, per il tramite del legale precisa che Luca non conosceva i due fermati né aveva mai avuto contatti con loro.

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