Pam Morrigan: chi c’è dietro il video-bufala “Le bare di Bergamo non erano vere?”

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-27

Da qualche giorno il video stava facendo il giro di siti complottisti corredato di titoli roboanti come “Covid19 i retroscena di Bergamo” e si raccontava che le foto delle bare di Bergamo erano “uno strumento terroristico dei media per giustificare l’operato del governo”. L’account è stato cancellato da FB e da Youtube. Dove è stato successivamente rihostato. Ma intanto il Comune ha deciso di denunciare “una bergamasca”

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Ieri abbiamo parlato della foto delle bare di Lampedusa usata per inventare una bufala sui morti inesistenti di Bergamo, segnalando anche un video in cui una certa Pam Morrigan che parlava di “terrorismo psicologico per fare in piedi questo teatrino” e sul trasporto da parte dei militari delle bare diceva: “Hanno fatto vedere le bare di Lampedusa“, perché “è stata programmazione neurolinguistica da quattro soldi: hanno detto che erano bare accatastate, sì, c’erano ma erano bare che aspettavano di essere portate via da dieci giorni, ma hanno fatto chiudere il 47% delle pompe funebri della bergamasca.

Pam Morrigan: chi c’è dietro il video-bufala “Le bare di Bergamo non erano vere?”

Nel video Pam Morrigan (chiaramente un nickname) diceva che sa queste cose perché “questo è il suo lavoro” e che hanno chiamato i militari perché “le bare puzzavano”. Infine concludeva: “Nessuno dei miei colleghi ha avuto mancanza di bare”, mentre l’interlocutore rispondeva che “i numeri non sono quelli che ci raccontano” e lei segnalava che a Bergamo “ci sono state vaccinazioni di massa”, riferendosi all’antinfluenzale. Il video è successivamente sparito da Youtube ma ne è stato hostato un altro identico:

Da qualche giorno il video sta facendo il giro di siti complottisti corredato di titoli roboanti come “Covid19 i retroscena di Bergamo” e si racconta che la foto delle bare di Bergamo costituivano “uno strumento terroristico dei media per giustificare l’operato del governo”. Il primo video è sparito perché il canale Youtube e il profilo di Pam Morrigan è stato cancellato. Pam Morrigan invece risulta anche aver partecipato con il suo vero nome ad un Convegno Internazionale sulla Terra piatta ad Agerola nell’agosto 2018 (e già qui Perry Mason direbbe “Ho finito, vostro onore“). La cosa interessante è che anche i commenti dei siti di svalvolati si stanno riempiendo di commenti di cittadini inferociti che parlano di “mancanza di rispetto inaudita” nei confronti dei morti e di “cacciatori di notorietà sulla pelle dei cittadini”.

pam morrigan bare bergamo montatura

Invece su Twitter a dar credito alla ciarlataneria ci sono personalità del calibro di Alessandro Meluzzi.

I bergamaschi furiosi per le bufale sui morti

Il motivo della scomparsa del profilo di Morrison è proprio che il suo video ha cominciato a circolare nei gruppi dedicati a Bergamo e ha trovato un’accoglienza non esattamente entusiastica: per questo è stato molto probabilmente segnalata in massa sia su Facebook che su Youtube, causando la cancellazione dei profili. Tra gli altri c’è chi scriveva: “Vi invito a guardare questo video. Un oltraggio falso, spregevole, senza ritegno, alla nostra città”.

video bufala bergamo bare

Anche su Twitter la questione non è stata presa bene:

Ma soprattutto,  un comunicato del Comune di Bergamo fa sapere che il Municipio ha deciso di denunciare per diffamazione una bergamasca che in un video su Youtube, diventato in poco tempo virale, aveva fatto delle dichiarazioni molto forti sull’emergenza coronavirus a Bergamo e provincia.

“Affermazioni false” che, secondo l’amministrazione comunale bergamasca, non solo ledono l’immagine della città, ma soprattutto sono un oltraggio al dolore di migliaia di bergamaschi che hanno subito la tragedia del lutto dei loro cari. Nel video la donna mette infatti in dubbio i numeri ufficiali sulla mortalità per Covid-19 nella Bergamasca, sostenendo la chiusura del 47% delle agenzie funebri bergamasche e che, per questo, quelle rimaste aperte avevano avuto difficoltà a evadere le richieste arrivate. “Le agenzie funebri hanno sempre lavorato tutte durante l’emergenza Covid, cercando di svolgere al meglio la loro professione e lo hanno fatto anche rischiando il contagio”, spiegano dal Comune. Sempre nello stesso video la donna afferma che “hanno dovuto chiamare i camion militari perché le bare puzzavano e non potevano essere trasportate nei carri funebri normali”. Anche su questa affermazione il Comune è chiaro: “È stato deciso di utilizzare i camion dell’Esercito per riuscire a trasportare l’ingente numero di bare, il cimitero di Bergamo era diventato anche il punto di raccolta dei defunti di una buona parte dei comuni dell’hinterland, e lo si è fatto anche per non dover addebitare alle famiglie dei defunti il costo di trasporto in forni crematori al di fuori della Regione”.

Secondo voi chi è questa “bergamasca”? Per l’ennesima volta, spieghiamo invece che a far girare foto-bufala su Bergamo scambiato per Lampedusa non era il governo, ma proprio quelli che accusavano di manipolazione il governo. E lo facevano diffondendo una foto falsa che nessuno ha mai fatto girare tra i media, visto che si trovava soltanto su profili di famosi rintronati su Facebook e Twitter.

bufala bare lampedusa

La foto vera è invece questa:

coronavirus bare bergamo esercito

Il motivo del trasporto da parte dei militari invece, come è ormai noto, è che la camera mortuaria a Bergamo non era più in grado, da giorni, di accogliere i feretri delle vittime del coronavirus. E lo stesso discorso valeva per il forno crematorio (ce n’è uno solo in città, è attivo 24 ore su 24). Da quando il Covid-19 ha iniziato a falcidiare la Wuhan italiana – Bergamo resta finora la provincia più colpita nel Paese – i servizi cimiteriali e le agenzie funebri sono andati in tilt. Per sgravare la camera mortuaria del cimitero – senza più spazio disponibile – era stato necessario mettere in fila le bare dei defunti nella chiesa di Ognissanti, all’interno del cimitero. Poi la soluzione individuata per far fronte all’emergenza era stata l’impiego dei mezzi dell’esercito. Le vittime del coronavirus venivano trasportate in altre regioni: a partire dall’Emilia Romagna. I primi invii delle bare sono stati a Modena. Se invece qualcuno ha voglia di mettere in dubbio i morti su Bergamo, prima di aprire la bocca è meglio che faccia un salto sul gruppo “Noi denunceremo” che racconta tutte le storie strazianti di quella provincia falcidiata da un virus che secondo qualcuno non esiste.

Leggi anche: Quello che i numeri non dicono: le storie dei morti dimenticati nell’epidemia di COVID-19

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