Il padrone del ristorante “La tana marina”: «Non sono fascista»

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-08-22

Adjisam Mbengue, lo accusa di aver chiesto scusa al Duce dopo aver preso l’ordinazione per lei e i suoi familiari. Ha sporto denuncia ai carabinieri di Imola e postato un video virale su Facebook. «Non era un quadro, solo l’immagine di una cassa di vini con il volto del Duce»

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La Stampa oggi fa parlare il padrone del ristorante La Tana Marina, arrivato agli onori delle cronache nei giorni scorsi perché una donna di colore ha raccontato che dopo aver preso l’ordinazione un cameriere ha chiesto scusa a un ritratto del duce che si trovava all’interno del locale:

«Sono io. Non sono un cameriere, gestisco il locale dei miei genitori». Una donna imolese di origini nigeriane, Adjisam Mbengue, lo accusa di aver chiesto scusa al Duce dopo aver preso l’ordinazione per lei e i suoi familiari. Ha sporto denuncia ai carabinieri di Imola e postato un video virale su Facebook. «Non era un quadro, solo l’immagine di una cassa di vini con il volto del Duce». Quel che c’era non c’è più. Claudio è il prototipo del fascista eterno di Umberto Eco, negazionista e consapevole, timoroso e conformista. «Non sono di destra. Per me va bene chi vince le elezioni. Lavoro diciotto ore al giorno, e non posso permettermi il lusso di perdere un tavolo con dodici persone». Davanti al locale un viavai di passeggini, risciò e a dolescenti. Il locale è pieno, abbastanza anonimo da confondersi fra le migliaia della Los Angeles romagnola.

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«Mi chiamavano con insistenza, a un certo punto ho allargato le braccia verso quella immagine. Avevo la mascherina, non possono aver sentito quel che ho detto». Quel che ha detto non vuole ripeterlo, a suo dire non sarebbe stato offensivo. Gli chiedo se non crede in ogni caso di essere apparso razzista. «Ho lavorato in Germania, sulle navi da crociera in mezzo a cinesi, pakistani e filippini. Ma qui non si capisce più nulla, nessuno rispetta le regole. È per questo che tengo la bandiera italiana qui, vede? Non mi ritengo fascista, ma credo nella patria che non c’è più». Claudio non vede la sottile linea rossa. Cerca punti di riferimento che sembrano sfuggirgli. «Quella signora è del Pd, ha montato il caso per ragioni politiche. Mica le ho detto “brutta scimmia torna a mangiare le banane in Africa!”». Ah ecco.

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